Esteri. Gli Usa uccidono il comandante anti-Isis Soleimani. L’abbaglio di Salvini

Soleimani, capo militare iraniano

Due giorni dopo l’assalto all’ambasciata statunitense in Iraq, gli americani hanno risposto con un raid anti-sciita vicino l’aeroporto di Baghdad. Il rischio è che adesso si accenda un pericoloso fuoco di conflitti nel Medio Oriente.

Secondo le Forze di Mobilitazione popolare (Hashed al-Shaabi), la potente coalizione paramilitare filo-iraniana, ormai affiliata al governo di Baghdad, nel raid gli Usa hanno ucciso Qassem Soleimani, il potente generale iraniano capo delle milizie al-Quds dei Guardiani della Rivoluzione, la forza d’elite dell’esercito della Repubblica islamica, incaricata di compiere le operazioni all’estero.

Il comunicato

“Il ‘numero 2’ di Hashed, Abu Mahdi al-Muhandis, e il capo delle Forze al-Quds, Qassem Soleimani, sono stati uccisi in un bombardamento americano che ha colpito la loro auto sulla strada dell’aeroporto di Baghdad”.

L’attacco

Poco dopo la mezzanotte, alcuni missili Usa hanno centrato due veicoli di un convoglio Hashed che si trovavano vicino l’aeroporto.

Soleimani combattente leggendario anti-Isis

Soleimani è una figura leggendaria: generale, stratega con ambizioni politiche, vicino alla Guida Suprema, l’ayatollah Ali Khamenei. Gli analisti internazionali lo considerano la mente delle strategie del potente paese sciita nell’area mediorientale, compresa la guerra contro l’Isis in Siria, vinta anche grazie all’impegno delle forze iraniane.

Il tweet di Trump

“Mentre l’Iran non sarà mai in grado di ammetterlo correttamente, Soleimani era odiato e temuto nel paese. Lì non sono rattristati quanto i loro leader faranno credere al mondo esterno. Avrebbe dovuto essere eliminato molti anni fa!”. Lo scrive su Twitter il presidente americano Donald Trump.

L’abbaglio di Salvini

Sulla morte del combattente persiano Matteo Salvini conferma la sua debolezza nelle posizioni di politica estera, tra sbandamenti filo-russi e conversioni filo-trumpiane. Immemore delle battaglie contro l’islamismo di Soleimani nonché degli storici rapporti di amicizia e dei consolidati interessi italiani in Persia, l’ex ministro dell’Interno commenta sciattamente la morte del capo militare iraniano: “Donne e uomini liberi, alla faccia dei silenzi dei pavidi dell’Italia e dell’Unione Europea, devono ringraziare Trump e la democrazia americana per aver eliminato uno degli uomini più pericolosi e spietati al mondo, un terrorista islamico, un nemico dell’Occidente, di Israele, dei diritti e delle libertà”. I populisti europei si conferma giganti sui palchi, ma nani nella lettura degli scenari geopolitici.

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Antonio Fiore

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