Destre. Addio a Massimo Zannoni (studioso di Josè Antonio e Corridoni), il prof. amato dal portiere Buffon

Il professor Massimo Zannoni

Il mitico “Zanna” se ne è andato improvvisamente nella notte tra venerdì 6 e sabato 7 marzo. Viveva da solo, il 72enne Presidente del circolo “Filippo Corridoni”, vecchio scapolone, ma solo proprio non era… Innanzitutto i libri e le collezioni di riviste sulla seconda guerra mondiale e la guerra di Spagna che intasavano l’ampio appartamento dell’immediata periferia di Parma, fino alla scena fantozziana del secondo bagno che, essendo in surplus, era anch’esso utilizzato come archivio. E poi i tanti amici di ogni risma, compagni di viaggio, vecchi camerati, ex scolari, tifosi come lui del Parma, con cui era costantemente in contatto e che riflettevano una vita ricchissima di passioni. 

Per prima cosa Massimo Zannoni è stato un esponente politico di primo piano della cosiddetta area nazionalpopolare italiana degli ultimi cinquanta anni. Militante fin da giovanissimo nell’allora MSI, fu protagonista di tante battaglie memorabili nel difficile territorio emiliano-romagnolo. Cattolico praticante e quindi per qualcuno piuttosto reazionario, incarnava in realtà l’anima più genuinamente nazionale e sociale dello schieramento missino. Nel 1994 fu uno dei pochi a dire di no alla “svolta” di Fiuggi e a non seguire Fini in Alleanza Nazionale, non per narcisismo ma per coerenza a certi ideali.

Aderì da subito alla Fiamma Tricolore di Rauti e testardamente e sempre con una dose di autoironia portò avanti con onore la gloriosa bandiera della fiamma finchè fu possibile. In un ambiente spesso minato da personalismi e atteggiamenti arroganti e autoreferenziali, la sua fermezza nelle idee quanto l’umorismo, la mitezza, la generosità e la bontà d’animo lo rendevano un personaggio autorevole e benvoluto da (quasi) tutti nella sua Parma e oltre. 

 

Filippo Corridoni

Ma la battaglia politica per il prof. Zannoni era innanzitutto metapolitica e quindi culturale e sociale. Il suo fiore all’occhiello era (ed è e sarà) infatti il Circolo fondato nel 1995 e intitolato a “Filippo Corridoni”, l’eroe del sindacalismo rivoluzionario immolatosi poi da volontario nella Grande Guerra alla trincea delle frasche il 23 ottobre 1915. Proprio a Parma Corridoni fu protagonista delle più importanti lotte sindacali dei braccianti di inizio ‘900, prima di convertirsi alla causa interventista secondo il motto “la Patria non si nega, si conquista”. Per questo nel 1927 venne inaugurato il monumento che lo rappresenta nel momento in cui al fronte viene colpito a morte. Il sacrificio di Corridoni esprimeva alla perfezione quella sintesi di ideali sociali  e nazionali, nonché quello slancio disinteressato e genuino che per Massimo erano la quintessenza dell’impegno politico e civile. 

Per questo Massimo teneva tanto al monumento a Corridoni, simbolo della “sua” Parma, e si deve alla sua cocciutissima ostinazione nelle continue petizioni e segnalazioni agli uffici comunali e ai giornali se la statua è stata restaurata e il suo decoro in qualche modo mantenuto. Frequenti furono poi i pellegrinaggi al sacrario militare di Redipuglia, vicinissimo al quale, immerso nella boscaglia si trova il cippo (chiamato “totem” per la sua particolare forma) dedicato all’eroe sindacalista.

Il Circolo negli anni divenne un luogo di ritrovo mai banale in cui fare cultura, attraverso incontri e conferenze di cadenza quasi settimanale sugli argomenti più vari, dai viaggi allo sport alla politica, con un occhio particolare ovviamente alla storia militare dei due conflitti mondiali. Quasi tutti i sabati pomeriggio era calendarizzato un incontro, con relatori importanti ma anche tanti giovani a cui veniva data la possibilità di presentare i propri argomenti. Capitava che a volte a questi incontri ci si trovasse in “quattro gatti” o con una platea non proprio giovanile, ma l’autoironica olimpica compostezza di Massimo sbriciolava  qualsiasi imbarazzo e rendeva automaticamente divertente qualsiasi situazione.

La rivista Orizzonti    

Molto importante è stato poi (e sarà) il trimestrale del circolo, la rivista “Orizzonti”, con approfondimenti e curiosità fra storia e memoria degni di attenzione anche molto di più di certe rinomate testate ufficiali e distribuito fra gli iscritti e i simpatizzanti al circolo, alcune centinaia in tutta Italia.

Una grande passione storica e culturale di Massimo era guerra civile spagnola, di cui a mio parere era uno dei massimi esperti viventi in Italia. Questo lontano conflitto rappresentava forse per lui una delle ultime grandi epopee del ‘900, una guerra di ideali assieme romantica e spietata. Grande ammiratore della figura di Josè Antonio Primo de Rivera, il nobile capo del falangismo spagnolo fucilato dai repubblicani, quasi ogni anno si recava a Madrid per le cerimonie del 20 de noviembre, anniversario dell’assassinio di Josè Antonio e data simbolo per tutte le forze che ancora credono in una Spagna “Una, Grande, Libre”. 

Il professor Zannoni ospite dei camerati spagnoli di FE

Questo impegno politico e culturale così forte non impedì quasi mai a Massimo di operare in tanti altri ambiti sociali per i quali era conosciutissimo in città: Massimo è la miglior risposta a un certo clima ancora attuale da caccia alle streghe che vorrebbe ghettizzare ed emarginare chi non ha idee “politicamente corrette”. Senza vittimismi e con tanto buonsenso, dirittura morale e ironia si demoliscono parecchi steccati “antifascisti” .

Il prof. Zannoni fu infatti un grande tifoso del Parma calcio e tanti nella sua città lo stanno ricordando proprio per questo sui social e sui giornali: rappresentava ormai la memoria vivente della storia del club. Il calcio,  con i suoi riti e miti, l’entusiasmo e la passione dei giovani, l’attaccamento identitario alla maglia e alla città era lo sport nazionalpopolare per antonomasia e rifletteva evidentemente lo spirito del nostro prof.  

Il titolo di prof. Massimo se lo guadagnò in oltre 40 anni di docenza italiano e storia all’ITES “Bodoni” di Parma, sempre capace di coinvolgere i ragazzi nei suoi progetti didattici, dai cortometraggi alle mostre. Stando ai commenti che già circolano sul web, pare proprio che generazioni di studenti gli abbiano davvero voluto bene. Su tutti campeggia nientemeno che quello commosso di Gianluigi Buffon, che fu suo allievo: calcio e scuola si incrociano qui in modo perfetto. Massimo fu anche fra i primi radioamatori, autore di cortometraggi e mostre, arbitro di pallavolo, viaggiatore incallito e forse tanto altro ancora che tanti altri sapranno raccontare di più e meglio di me.

Il post di Gianluigi Buffon

“Sono rimasto sbigottito – scrive il portiere della Juventus appresa la notizia della morte del suo ex docente – perché i vulcani come te sembrano impossibili da tacitare per sempre. Sei stato il prof che più m’ha fatto amare le materie di tua competenza e semplicemente perché avevi la capacità di entrare in empatia con gli allievi tramite una sagacia, un’intelligenza, una chiarezza espositiva ed un’ironia fuori dal comune, che ti rendeva speciale. Ogni nostro scambio di pensieri erano stilettate sarcastiche, ricche di profonda stima e complicità”.

Vorrei chiudere con un ricordo personale: quando io e la mia famiglia fummo colpiti dal sisma del maggio 2012 in Emilia, Massimo con il Circolo fu tra i primi ad attivarsi e in poche settimane con una sottoscrizione pubblica dedicata alla mia bimba riuscì a raccogliere una certa somma per aiutarci a ripartire. Massimo era così, in apparenza burbero e scontroso ma poi buono e generoso. Amava giocare con i miei bambini e con i ragazzi in generale era sempre pronto a raccontare qualche storia o aneddoto divertente. 

Zannoni accanto al busto di Josè Antonio Primo de Rivera

Caro Massimo, anche se esteticamente non avevi il “cipiglio del valoroso” del tuo grande concittadino Franco Nero (e su questo eri il primo a scherzare, ma poi ti incazzavi lo stesso…), per noi sei stato un eroe come e più dei tanti che hai raccontato nelle tue storie, per questo voglio ricordarti con la famosa frase che scrisse Filippo Corridoni in una delle sue ultime lettere prima di cadere al fronte:

«Morirò in una buca, contro una roccia o nella corsa di un assalto ma, se potrò, cadrò con la fronte verso il nemico, come per andare più avanti ancora!

da Mirandola (MO)

@barbadilloit

Giovanni Facchini

Giovanni Facchini su Barbadillo.it

Exit mobile version