Storia. Carlo Faggioni patriota e comandante del Gruppo Aerosiluranti Buscaglia

La cerimonia di giuramento di Carlo Faggioni

Il 10 aprile 1944 Carlo Faggioni, comandante del Gruppo Aerosiluranti “Buscaglia” dell’Aeronautica Nazionale Repubblicana, a bordo del suo aerosilurante Savoia Marchetti SM79, nel tentativo estremo di contrastare lo sbarco ad Anzio delle truppe angloamericane, veniva colpito a morte dalla contraerea navale nemica.

Carlo Faggioni si era già distinto per il suo coraggio, ottenendo numerose medaglie militari, italiane e germaniche. Faceva parte del Gruppo la Squadriglia di Irnerio Bertuzzi, che fu il solo che riuscì a tornare alla base. Morirà nel dopoguerra, il 27 ottobre 1962 a Bascapè in provincia di Pavia. 

Enrico Mattei, fondatore e presidente dell’Eni, lo aveva scelto come pilota del suo aereo. Ancora molti misteri permangono sull’incidente accaduto all’aereo di Mattei; insieme a lui e a Bertuzzi perse la vita un giornale statunitense. I più propendono per l’attentato voluto dalle “sette sorelle” del cartello del petrolio, che vedevano con grande fastidio e timore l’operato di Enrico Mattei, volto a una sempre maggiore indipendenza dell’Italia sul piano energetico.

Il tenente Carlo Faggioni

Il Gruppo Aerosiluranti “Buscaglia”, comandato da Carlo Faggioni, nasceva nel mese di ottobre del ’43 e veniva intitolato a Carlo Emanele Buscaglia creduto morto nel 1942 nella battaglia di Bougie. In realtà Buscaglia era disperso, tratto in salvo da un battello britannico, curato in alcuni ospedali alleati e infine internato nel campo di prigionia di Fort Meade nel Maryland.

Da lì di fronte alla scelta, postagli dall’esercito Usa, di rimanere internato o tornare in Italia come cobelligerante, scelse la seconda, combattendo con l’Aeronautica Cobelligerante Italiana.

Morirà il 23 agosto 1944 ricoverato nell’ospedale britannico di Napoli. Dopo mesi di convalescenza pilotò da solo, in un decollo non autorizzato, un aereo nuovo del quale non aveva dimestichezza. 

La voglia di tornare a volare era più forte di qualunque altra cosa. Alcuni suoi commilitoni che avevano scelto la strada della RSI pensarono volesse ricongiungersi a loro. Anche a me piace pensarlo. 

Nel 1984 l’Aeronautica Militare Italiana dedicò al suo nome il 3° Stormo”Quattro Gatti” con sede presso l’aeroporto di Villafranca di Verona. Lo Stormo fu poi sciolto nel 1999 e ricreato nel 2008, senza più l’intitolazione.

Ma torniamo al comandante Carlo Faggioni. Dopo la sua morte il Gruppo Aerosiluranti fu intitolato a lui. Si era venuti a conoscenza del fatto che Buscaglia non era morto.

La Repubblica Sociale Italiana conferì alla memoria di Carlo Faggioni la medaglia d’oro al valor militare. Onorificenza che la nuova repubblica italiana si rifiutò di riconoscere.

Due nomi, due eroi. Ma di uno, Carlo Faggioni, si cercò di cancellare la memoria e il ricordo. 

Non ci sono riusciti.

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Giovanni Fonghini

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