Taccuino-Coronavirus/42. Una poesia sulla “Nuova guerra dei Mondi”

Il film “La guerra dei mondi

LA NUOVA GUERRA DEI MONDI

Nel film d’anni Cinquanta La Guerra dei Mondi

piombavano dallo spazio degl’esseri immondi,

che – le mani a ventosa, vischiosi e grassottelli –

somigliavano a Gollum del Signor degli Anelli.

Dopo averci osservati, ‘sti cavoli di marziani

fecero come i cowboys fecero con gli indiani:

rinchiusi in meteoriti, partirono da Marte 

in modo da sviarci col gioco delle tre carte.

Adocchiata la Terra, se la volean spolpare

colla bella pretesa  d’averla senza pagare,

a somiglianza dei Rom ch’appen esci di casa

te li ritrovi poi dentro che te l’hanno invasa.

Sgamavano ‘sti alieni senza usare la chiave

tramite un tubo occhiuto uscito dalla nave,

e ti trovavi ‘sto tubo tutt’intento a sbirciare

anche se stavi nel cesso sul punto di cagare.

Poi arrivavano i Nostri, coll’ordine di sparare

e pure la bomba atomica di potere sganciare,

ma dal solito tubo un lampo blu si partiva

e non restava più… un tubo, inclusa la saliva.

Sapete come finiva? Ch’al momento più nero,

col mondo quasi ridotto a un unico cimitero,

un virus del tutto ignoto ai mostruosi invasori

gli entrava nell’organismo e li faceva fuori.

Di notte ‘sta pellicola sopra un canale sfessato

è stata teletrasmessa per chi si fosse attardato, 

senza curar ch’adesso  la gente ha la cacazza

che possa il coronavirus distruggerci la razza.

Io ci ho pensato a lungo e, dopo la riflessione,

ho avuto di botto chiara qual è la conclusione:

cambiando il ruolo tra indiani e cowboys

vuoi veder ch’i marziani adesso siamo noi?

@barbadilloit

Gaetano Marabello

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