“La sapienza segreta delle api” di Pamela L. Travers, Mary Poppins e la sapienza universale

La scrittrice difendeva l'epica antica come Gilgamesh, i Veda, l’I-Ching

Mary Poppins

Pamela L. Travers

Chi ha sempre pensato che quelle di Mary Poppins fossero solo storie per bambini, sbaglia, ed è finalmente arrivato in libreria un volume che lo dimostra una volta per tutte: La sapienza segreta delle api, (liberilibri, pp 230 € 18) di Pamela L. Travers, pseudonimo scelto da Helen Lyndon Goff per firmare le avventure della governante della famiglia Banks. Scomparsa quasi centenaria a Londra nel 1996, la Goff era nata in Australia da una famiglia benestante di origini irlandesi, con un padre morto prematuramente e una madre rovinata economicamente da investimenti sbagliati.

La fuga del disertore

Bimba precoce, Helen a tre anni ha già imparato a leggere, e grazie ai libri di fiabe e leggende celtiche trovati in casa entra nel mondo dell’immaginazione, praticando quella che non è, come disse Tolkien, la fuga del disertore, bensì l’evasione del prigioniero. Appena finita l’adolescenza trova un lavoro come impiegata, ma non si accontenta, e, adottato lo pseudonimo che l’avrebbe resa famosa, dopo una breve carriera di attrice diventa prima una apprezzata pubblicista e poi una straordinaria scrittrice. Affascinante, intraprendente e coraggiosa, nel 1924 si imbarca alla volta dell’Irlanda per bussare alla porta di George Russell, più noto come AE, poeta, mistico e filosofo tra i principali esponenti del cosiddetto Rinascimento celtico, che la prende immediatamente sotto la sua ala protettiva. Ormai trasformata definitivamente in Pamela Travers, la giovane diventa la mascotte di un importante gruppo di intellettuali anglofoni: W.B.Yeats, T.S.Eliot, G.B.Shaw e soprattutto A.R.Orage, che ne incoraggia la carriera letteraria pubblicandola sul suo autorevole settimanale, “The New English Weekly”.

Le lezioni di Gurdjieff

Se nel cenacolo irlandese ravviva la sua passione infantile per il folklore celtico, attraverso Orage viene iniziata al mondo dell’esoterismo, e si appassiona alla spiritualità orientale, alle religioni esotiche e soprattutto all’insegnamento di un bizzarro mistagogo venuto dal Caucaso: monsieur G.I.Gurdjieff, i cui insegnamenti eserciteranno una fondamentale influenza su molti intellettuali occidentali tra le due guerre. Di tutti questi affascinanti argomenti –tranne, Gurdjieff, curiosamente assente – troviamo ampia testimonianza ne La sapienza segreta delle api, il cui sottotitolo originale, Riflessioni sul mito, sul simbolo e sulle storie, rende perfettamente l’idea del contenuto. Il volume è una raccolta di saggi, di cui il primo dà il titolo al libro, pubblicati tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta su vari giornali e riviste, dal quotidiano “New York Times” al trimestrale di studi sul sacro “Parabola”. Filo conduttore di tutti i contributi è l’idea, non originale ma non abbastanza ricordata, che le favole siano la versione moderna dei miti, e che ne svolgano egregiamente la funzione principale, ovvero quella di raccontare delle “verità nascoste in evidenza”. Il mito, sostiene la Travers, si riferisce a ciò che nella sua essenza è sacro, “un dono conferitoci in modo misterioso in ere immemorabili”.

Epica e miti

Citando, senza saperlo, autorevoli studiosi come Eliade e Dumezil, l’autrice di Mary Poppins smonta i luoghi comuni dell’Ottocento diffusi per esempio da un materialista vittoriano come J. Frazer, che equiparava i miti a passatempi o addirittura ad aberrazioni da selvaggi, ricordandoci che opere come Gilgamesh, i Veda, l’I-Ching non sono solo capolavori delle letteratura mondiale ma custodiscono, anche e soprattutto, una sapienza eterna e universale, oggi offuscata dal materialismo dilagante.
Ricco di spunti e privo di scrupoli politicamente corretti, il volume della Travers osa demolire i pregiudizi femministi –già derisi nella figura della suffragette di Mary Poppins – ricordando che la ricchezza immensa della femminilità non sta nel volersi irrealisticamente paragonare all’uomo, ma nel valorizzare la specificità dell’essere prima fanciulla, poi madre e infine nonna. Le fiabe dei Grimm, ad esempio, sono uno scrigno prezioso pieno di questi modelli: ci sono le bellissime Biancaneve e Rosaspina, le eroine dei Sette corvi, le streghe di Rapunzel e Hansel e Gretel, le matrigne cattive e la madri generose, e infine le Sacerdotesse della Grande Dea, che presiedono alla nascita del bimbo, per maledirlo o benedirlo. Tali e tanti sono i ruoli offerti dagli archetipi fiabeschi che, conclude saggiamente la Travers,

“quando si prende coscienza di tali multiformi poteri, azioni come dirigere un’azienda a Manhattan o fare una rapina in banca sembrano davvero cose di poco conto, cose da uomini”.

Luca Gallesi

Luca Gallesi su Barbadillo.it

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