Con Gigi Simoni scompare un pezzo del calcio che fu

Dal Genoa al Cosenza di Bergamini, dalla Cremonese al Napoli e all'Inter di Ronaldo: addio a un testimone del futbol italiano

Te lo ricordi, Gigi Simoni? E come no. Ti ricorderai l’Inter del fenomeno Ronaldo, quello scudetto sfumato e fermiamoci qui prima di scatenare rancori mai sopiti. Ti ricorderai del Napoli di André Cruz e Roberto Ayala, con Beto – quello che secondo Ferlaino era più forte di Baggio – Batman Taglialatela, Alfredo Aglietti. Un sogno d’inverno: l’ultimo grande Napoli degli anni ’90, capace di tener testa alle sette sorelle per metà campionato, prima del tonfo che costò il posto al tecnico ma non fermò la decadenza napoletana che, l’anno dopo, incoccerà nella più nera della stagioni che le costerà addirittura la retrocessione in serie B, l’inizio di un calvario finito col fallimento e la rinascita con De Laurentiis.

Gigi Simoni però è anche Cremonese, quella splendida grigiorossa che seppe ritrovare la A e ricacciare in gola ai pettegoli quelle buffe e strampalate accuse: è la squadra di Craxi. Simoni è stato anche Genoa, bandiera del Grifo da calciatore, che da allenatore alle primissime armi riporterà (quasi) subito in A. Gigi Simoni è stato l’allenatore del Cosenza della tragica stagione 1989/90, segnata dalla morte di Denis Bergamini, uno dei misteri più bui del football nostrano.

E poco prima, l’Empoli di Ciccio Baiano ed Eusebio di Francesco, di Walter Mazzarri e del vecchio Beniamino Vignola, che trovò la retrocessione che mise la parola fine al primo, esaltante, ciclo di presenze in A degli azzurri.

Gigi Simoni ha attraversato tutte le fasi del calcio italiano. Un signore, questo glielo riconoscono tutti: che sia dove ha trionfato o dove ha ciccato l’obiettivo. Con lui scompare un altro protagonista del calcio, un testimone di un’epoca che pare lontana eppure non così diversa da questa.

Careca

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