Sardine, addio: evaporate con l’estate

L'annuncio mette fine allo strazio, senza Salvini non servivano più. L'ultima banalità: "Ci prendiamo una pausa di riflessione"

(la foto pubblicata su Fb da 6000 Sardine)

Mattia Santori, uno dei leader delle Sardine in Emilia Romagna

“Ci prendiamo una pausa di riflessione”. Così, con la banalità cuoriciosa che le ha sempre contraddistinte, anche le Sardine dicono addio all’agone pubblico. La loro stagione è stata, per dirla col loro stile poco originale, “breve ma intensa”. Ma la fine di questo movimento dimostra, senza fallo, il suo unico e vero scopo: marcare a uomo il leader della Lega Matteo Salvini che, se solo non avesse imposto un candidato debole come la Bergonzoni, forse forse vinceva pure in Emilia Romagna.

Amatissimo nemico

Ma le messe, ormai, si son dette. E le Sardine, con il loro avversario diretto in caduta libera nei sondaggi, ormai non servono più. La Lega cala pericolosamente verso il 25%, il gradimento del “Capitano” non è più plebiscitario: il gruppo di Santori non serve più e, finalmente, può prendersi una pausa di riflessione. Che, poi, lo sappiamo tutti: non è mai successo che due siano tornati insieme dopo essersi separati così. In questo momento diciamo addio al movimento che si era illuso di poter riscrivere il presente e persino il passato.

Breve ma intenso

Memorabile lo strafalcione su Aldo Moro ucciso dalla mafia e non dalle Brigate Rosse. Incredibile l’ingenuità sul caso Benetton. C’era da imparare dagli errori. Invece, manco per niente: altre sciocchezze, a piene mani, le hanno elargite su Almirante “razzista” oppure paragonando gli abiti di Silvia Romano all’epifania di una Madonna, in un eccesso di velo, pardon di zelo, uguale e contrario a quello dei rabbiosi che con la bava alla bocca auguravano ogni male alla giovane cooperante milanese. Il fatto è che ci hanno provato a reinventarsi, senza Matteo. Senza le sue boutade, loro non avevano più che dire. E infatti non ne hanno azzeccata più una. La presentazione del manifesto avrebbe dovuto essere un ruggito, invece è finita in un piagnisteo.

Occasione perduta a sinistra

Della stagione delle Sardine non rimarrà granché. Forse solo il grado di altissima rissosità interna che le ha caratterizzate dall’inizio. Certo, una mobilitazione del genere – anche per la visibilità eccessiva di cui ha goduto – era da tempo che non si vedeva a sinistra. Forse qualcuno ci aveva davvero creduto. Arrabbiarsi, dunque, poteva essera anche sinonimo di passione, prezioso carburante da maneggiare con estrema cura. Ma tutta quella passione, a sinistra, è andata ancora sprecata. Dopo aver ottenuto un posto nella giunta regionale emiliana con Elly Schlein, più nulla. Nemmeno una parvenza di organizzazione ma tanta visibilità per gli happy few, i “soliti” invitati in tv. Si poteva, a sinistra, aprire un dibattito. C’è una base effervescente e delusa (come a destra, uguale!) che avrebbe potuto iniziare a mettere sul tavolo qualche argomento nuovo. Fare un partito, parlare, confrontarsi perché no? Invece niente. Per l’incupito Santori valgono solo zucchero e miele, ci fosse stato almeno un po’ di peperoncino….

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Alemao

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