“Per voci sole”, Siracusa e la forza del teatro greco

Dal 10 luglio al 30 agosto la sfida della fondazione Inda e del suo programma alla pandemia nelle parole del Sovrintendente Antonio Calbi

Il Teatro Greco di Siracusa di notte, una meraviglia del Mediterraneo

Il teatro greco di Siracusa di notte, una meraviglia del Mediterraneo
Il teatro greco di Siracusa di notte, una meraviglia del Mediterraneo

Che il virus venuto dall’Oriente abbia devastato il mondo è una certezza. Che lo possa aver mutato, è lecito avanzare grandi riserve. Un cambiamento di prospettiva, nell’urgenza del lutto e della paura, sarebbe stato auspicabile: ma gli auspici sono compito degli dei. Forse è per questo che un ribaltamento prospettico potrà avverarsi solo in un luogo abitato dagli dei. La Fondazione INDA, costretta dalla pandemia ad annullare le rappresentazioni classiche 2020, che si annunciavano fastose, rovescia la prospettiva e fa al Teatro Greco di Siracusa della cavea gradini e dei gradini cavea, riempiendo la scena di spettatori e il proscenio, con le gradinate, di artisti. Si intitola “Per voci sole” la nuova stagione dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico, quasi un herderiano spirito del tempo. L’assenza dei corpi, le distanze, le voci ovattate dalle mascherine, i volti ridotti a occhi hanno ridisegnato l’immaginario urbano e umano; la mascherina, senza il celare birichino e carnascialesco, ha costretto le maschere vere all’assenza, al confinamento, al silenzio. Sarà per questo che la scelta di riaprire il Teatro di pietra più antico del mondo (il più bello, si osi dire) a un programma fatto di voci liberate dal silenzio e consegnate alla solitudine della scena ma non del pubblico pare la più affascinante delle sfide in un’estate che si annuncia molto difficile per il mondo dello spettacolo. Dal 10 luglio al 30 agosto a Siracusa ci sarà il teatro e questa è la notizia. Siracusa è una città che vive, giustamente, con il Teatro Greco un rapporto simbiotico.

Antonio Calbi, sovrintendente dell’Inda

La visione di Calbi

Come afferma Antonio Calbi, sovrintendente dell’Inda “Lo spettacolo al Teatro Greco ritrova il suo grado zero, la sua verità, la sua necessità: si inizia al tramonto, con la luce naturale, mentre vediamo sparire il sole che indora la roccia calcarea.” Città d’arte con un patrimonio materiale e immateriale tra i più grandi in Italia e in Europa, Siracusa vive durante l’anno dentro una sorta di bolla in attesa di esplodere tra maggio e luglio, quando brulica di artisti e di turisti, dei suoi abitanti sparpagliati nel lembo di vie che collegano l’isola di Ortigia alla Neapolis, dove si compie il miracolo del teatro. In quel luogo fatto di pietra e di luce Siracusa fa vivere a se stessa e al mondo l’antico e il presente nello spazio di un crepuscolo, fa vibrare i muscoli alla Bellezza quando gli attori calcano la scena (e quel teatro ha una storia antica 106 anni e un lunghissimo elenco di prestigiosi attori, registi, scenografi, costumisti, musicisti). “Il teatro di prosa sta al Teatro Greco di Siracusa come l’opera lirica sta all’Arena di Verona. L’esperienza al Teatro Greco – ribadisce Antonio Calbi– è un’esperienza incredibile, per tutti: per gli attori, che ribadiscono tutti come essa sia la maggiore delle esperienze che si possa fare, perché si recita da davanti a 5000 spettatori ma guardandoli in facciano uno ad uno”. Offre al pubblico l’arte nobile del divertimento che è divergere dalla comodità rassicurante del giudizio e del pregiudizio e non uno svago (goffa metonimia!) altrimenti irriverente verso l’altrettanto nobile lavoro degli artisti. Seppur in maniera diversa quella bolla scoppierà di nuovo e il Teatro Greco tornerà a vivere. “L’Inda è l’impresa culturale italiana che regge il proprio bilancio per il 75% sugli incassi. Caso più unico che raro, di conseguenza, con incassi da biglietteria assai incerti e dunque pareggio di bilancio impossibile, abbiamo deciso di spostare la stagione dedicata alle “Verità nascoste” al 2021”. Prosegue Calbi “Il Teatro Greco non può restare chiuso.Abbiamo progettato un programma tutto nuovo, da luglio a fine agosto, con tutte esclusive e prime nazionali”. 

Nicola Piovani

Non a caso al dio greco della poesia e della luce è affidato il debutto della stagione 2020. Nicola Piovani dirigerà L’isola della luce, il dramma musicale dedicato ad Apollo, su libretto di Vincenzo Cerami, ensemble con diciotto strumenti per due voci, voce recitante e coro. Lo spettacolo, che sarà ripreso dalla Rai, è prodotto in collaborazione con il Conservatorio di Catania e la Fondazione Nobis (istituita in memoria del giornalista Carlo Nobis, cura la promozione di attività culturali e teatrali). A interpretare il dramma che contiene testi di Omero, Callimaco, Byron, Seferis, Dante, Einstein, Cerami saranno la cantante Tosca e Massimo Popolizio, attore eclettico e straordinario che nel 2006 a Siracusa vinse l’Eschilo d’Oro per “Prometeo”.

Massimo Popolizio

Non si perderà nemmeno il premio che nella serata finale del 30 agosto andrà alla studiosa Eva Cantarella. Un’altra carriera incomparabile sarà festeggiata al Teatro Greco, quella di Franca Valeri in occasione del suo centenario compleanno.

Franca Valeri e Lella Costa

Lella Costa porterà in scena il monologo “La vedova di Socrate”, un ironico ritratto di Santippe, che Franca Valeri scrisse e interpretò nel 2003.

Laura Morante

Un vero atto di resilienza è il programma reinventato dall’Inda, ricco di presenze importanti che porteranno in scena testi antichi rielaborati da grandi del ‘900 come Marguerite Yourcenar e Ghiannis Ritsos. In quelle che Calbi chiama “cerimonie con attori e musicaLaura Morante, da “Fuochi” di Youcenar, darà voce alle quattro eroine della tradizione greca Clitemnestra, Fedra, Antigone e Saffo.

Luigi Lo Cascio

Luigi Lo Cascio, fresco di un meritatissimo David di Donatello, sarà Aiace di Ritsos.

 

 

 

Lunetta Savino si sdoppierà nelle Medea di Ritsos e del drammaturgo torinese Antonio Tarantino.

Lunetta Savino

 

Isabella Ragonese

E una performance con Isabella Ragonese e Teho Teardo, compositore e sound designer che a marzo ha pubblicato “Ellipses dans l’harmonie. Lumi al buio”, ispirato all’Encycplopédie illuminista.

Per queste cerimonie con attori e musica – sottolinea Calbi a proposito dei monologhi  incastonati tra lo spettacolo di Piovani e la performance finale-  ho voluto interpreti che non hanno mai recitato al Teatro Greco, e quindi con tutto il carico di tensione che comporta; volevo nomi di talento e popolari che lavorano fra teatro e cinema“.

Ci sarà spazio, nella serata del 30 agosto, pure per presentare la stagione 2021. Le attrici Lucia Lavia, Anna Della Rosa e Galatea Ranzi interpreteranno due prologhi e un coro tratti dai tre drammi classici, di Euripide “Baccanti” e “ Ifigenia in Tauride” e “Nuvole” di Aristofane, spettacoli che erano nel cartellone dell’anno del Covid. E’ sicuro Calbi che “sarà un’estate speciale, nel quale getteremo i semi per un teatro che si confronti con le criticità di oggi provi a immaginare un nuovo futuro”. Un programma elegante e importante che conserva lucido il blasone del Teatro Greco e dell’Inda. Anche nei termini di quella pluralità di linguaggi e di tendenze sperimentali che è nella storia delle stagioni classiche e della Fondazione, sin da quando i futuristi Guglielmo Jannelli e Luciano Nicastro nel 1924 chiesero al grande Ettore Romagnoli di farsi promotore di una “campagna per l’utilizzazione in senso moderno del Teatro Greco di Siracusa…guardata da un punto di vista più alto e più sintetico pensando soprattutto ai giovani attori. Come un incanto del tempo la serata finale vedrà i giovani dell’Accademia del Dramma Antico (una fucina eccezionale di talenti) esibirsi insieme a Mircea Cantor.

Mircea Cantor

L’artista rumeno ha allestito per l’occasione la performance “The Sound of my Body is the Memory of my Presence”. Anche qui il titolo gioca di slancio: i suoni, il corpo, la memoria, la presenza. Il lessico del tempo sbilenco che stiamo vivendo. Parole belle che ormai evocano disagio e che potranno riconquistare la loro magia in un teatro di sere d’estate in Sicilia. Il teatro associa e non distanzia, il teatro greco è l’esercizio di popolo per eccellenza non per sole 480 persone, per il costo dei biglietti si poteva fare uno sforzo di contenimento anche in ragione delle difficoltà economiche del momento e dell’idea di una stagione di rilancio: ne hanno e ne avranno da dire i detrattori di questa rinnovata stagione. Come sulla campagna Mecenate 2020, a sostegno della Fondazione che consentirà ai donatori di assistere agli spettacoli o regalare il biglietto a un altro spettatore. Giuste e logiche le critiche. Ma l’alternativa era chiudere, lasciare a casa le maestranze, che seppur in maniera ridotta salveranno la loro di stagione. L’alternativa era sospendere la Bellezza viva di quel Teatro e procurare una ferita alla città. In questi giorni l’Inda non è stata ferma: dalle pagine social della Fondazione e dell’Accademia “Antichi pensieri” ha proposto incontri- lezione aperta con personalità del mondo accademico, della cultura e dello spettacolo. E sempre sul web si potrà assistere in diretta e in differita dal sito della Fondazione Inda a tutti gli spettacoli di “Per voci sole. La rinnovata stagione Inda sarà un modo nuovo di declinare un rito annuale: d’altronde, la novità è ciò cui siamo costretti. Ma la magia del Teatro Greco lasciato a una voce sola non è una vera novità. Pensiamo alle voci affabulatrici di Andrea Camilleri e di Alessandro Baricco o alle note fascianti di Ludovico Einaudi. Sarà la stessa magia? Un teatro aperto non è di per sé magia?

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Daniela Sessa

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