Populismo addio. Il Papa sterza e salva i corrotti: “Anche loro sono figli di Dio”

Le parole del vescovo di Roma: "Tutti appartengono a Dio: i più  brutti peccatori, la gente più malvagia, i dirigenti più corrotti sono figli di Dio"

Papa Francesco cambia idea sui corrotti. O meglio, garantisce anche a loro una quota di misericordia divina, dopo che in passato aveva rampognato pesantemente una categoria ritenuta irredimibile. Ecco le parole del vescovo di Roma: “Tutti appartengono a Dio: i più  brutti peccatori, la gente più malvagia, i dirigenti più corrotti sono figli di Dio”. Lo ha detto il Papa nell’udienza generale sottolineando che la preghiera vera è quella che intercede e non condanna. “Pensiamo a Mose'” che e’ stato “intercessore”, “ponte” tra il suo popolo e Dio “quando ci viene voglia di condannare qualcuno. Arrabbiarsi fa bene, e’ un po’ di salute, ma condannare mai”. Insomma, il Santo Padre lima gli accenti populisti della sua predicazione e apre spiragli. Parlando del processo interiore che porta alla corruzione, in precedenti uscite, aveva spiegato che fosse lo stesso movimento che ha portato nei racconti evangelici sacerdoti, procuratori e sostenitori di Barabba a decretare la morte di Gesù. Un movimento ricondotto all’atteggiamento spirituale di chi diventa legge a se stesso. Che Bergoglio sia entrato in contraddizione con i suo stessi convincimenti pare difficile. La speranza è che le due uscite si possano risolvere entro un medesimo messaggio da consegnare integralmente ai fedeli.

@fernandomadonia

Fernando M. Adonia

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