Calcio. Il Liverpool mostruoso di Klopp vince la Premier (dopo 30 anni di attesa)

Un trionfo a lungo atteso: solo il Covid ha potuto fermare (per qualche mese) i Reds dalla vittoria in campionato che mancava dal '90

Liverpool campione nella premier 2019-2020

Il trionfo del Liverpool di Klopp avrebbe meritato ben altra epica. La cavalcata inarrestabile di squadrone imbattibile, nel senso letterale del termine, nel campionato meno scontato di tutti quelli che si giocano nelle vecchia Europa avrebbe meritato la gloria imperitura e festeggiamenti inarrestabili, peggio delle sgroppate di Momo Salah. Ma è arrivato il virus che tutto ha dimezzato e ha indotto il club a dissociarsi dalla gioia dei suoi stessi tifosi che sono comunque scesi in piazza a festeggiare.

Un trionfo a lungo atteso

A Liverpool uno “scudetto” non lo vedevano dal lontanissimo 1990. La Premier, finora, non l’avevano ancora vinta. In mezzo un paio di Champions, certo. Ma al Liver Bird mancavano gli allori in patria, di cui – per trent’anni – hanno fatto incetta le due squadre di Manchester e il Chelsea, con l’intervallo della favola bella del Leicester di sor Claudio Ranieri. E si sa che quello che più conta, specialmente in una bacheca vincente, è proprio quel trofeo che, per un motivo o per l’altro, ti sfugge sempre (citofonare Juventus).

Più calcio meno glamour

Il trionfo ha il volto perennemente sorridente di Jurgen Klopp. Il guru del gegenpressing, l’uomo che per un istante ha ridato lustro al prestigio del Borussia Dortmund e che adesso, da vero stregone, ha resuscitato la vena stra-vincente del Liverpool. Ma, come dice il saggio, l’allenatore non gioca. Può dire e pensare ciò che vuole ma in campo vanno i giocatori. E che squadrone che ha il Liverpool! Presi singolarmente sarebbero tutti degli underdog, dei fenomeni fuori dagli schemi classici della vulgara pallonara. Chi, potendo fare una selezione da sogno, metterebbe ala sinistra Salah e non CR7? Chi ne capisce di calcio e sa bene che, spesso e volentieri, può più un Firminho in forma che un Higuain stressato.

Una lezione per tutti

Non può essere una favola, quella del Liverpool: perché dietro c’è una città che da sempre ha tributato grande seguito al calcio e alla sua (prima, ma non ditelo né ad Ancelotti né al suo club, l’Everton) squadra. Attorno al Liverpool c’è un alone di cultura calcistica di primissimo livello: la Kop ha insegnato il tifo a mezzo mondo e “You’ll never walk alone” è cantata in tutti gli stadi del globo. C’è programmazione e serietà che deriva anche dall’approccio al calcio di Klopp. C’è stata l’intelligenza di investire in calciatori che effettivamente servivano (vedi il portiere ex Roma Alisson che ha sostituito l’incespicante Karius), di mettere davanti il campo alle sirene del marketing. In fondo, loro sono il Liverpool, mica il Crewe Alexandra. È una lezione che servirebbe anche a qualche squadra italiana (citofonare di nuovo Juventus).

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