Formula 1. Alonso ritorna in pista, sarà pilota della (sua) Renault

L'annuncio della scuderia francese, l'asturiano ritrova il volante nel circus e la casa rinnova le sue ambizioni sportive

È bastato il più classico dei comunicati stampa per risvegliare un sonnecchioso mercoledì di luglio.

Sono le ore 13:00 di mercoledì 8 luglio 2020 e sulle pagine internet della Renault sport compaiono le seguenti parole:

“Fernando Alonso joins Renault DP World F1 Team

Renault DP World F1 Team is pleased to confirm Fernando Alonso alongside Esteban Ocon in its driver line-up for the 2021 season”.

 

Queste ultime vengono poi accompagnate delle dichiarazioni dell’amministratore delegato Cyril Abiteboul:

“The signing of Fernando Alonso is part of Groupe Renault’s plan to continue its commitment to F1 and to return to the top of the field. His presence in our team is a formidable asset on the sporting level but also for the brand to which he is very attached.”

 

Non bisogna avere grandi conoscenze d’inglese per comprendere la reale portata dell’evento: il ritorno in Formula 1 di Fernando Alonso con la Renault (terza volta per lui con la squadra con la quale ha corso 105 GP, ottenendo 17 vittorie, 41 podi e 16 pole position e la doppietta iridata 2005-2006) per le stagioni 2021-2022, dopo due anni di assenza dalla F1, passati a girare il mondo tra Dakar, Le Mans e catini americani (a proposito, il 23 agosto sarà di nuovo al via della 500 Miglia di Indianapolis, dopo le sfortunate apparizioni del 2017 e del 2019), così come a sminuirlo non sarà certamente il fatto che le indiscrezioni di merito circolassero nell’aria già da tempo.

Il ritorno di Alonso

La girandola dei piloti che negli ultimi tempi si è infiammata, come forse mai prima d’ora era stato, sta rinnovando ogni giorno un interesse non soltanto tecnico ma ormai –come avviene nel calcio che di mercato si sostenta tutte le estati- anche legato ai fattori economici e agli scambi tra le tute e i sedili, con delle conseguenze incredibili, basti pensare che probabilmente uno come Sebastian Vettel almeno per il 2021 resterà escluso, senza un volante tra le mani.

Fernando Alonso non ha bisogno di presentazioni: classe 1981, esordisce in Formula 1 nel 2001 con la piccola Minardi, per poi passare nel 2002 alla Renault come tester, da pupillo di Flavio Briatore. L’esordio con i transalpini avviene nel 2003, anno della prima vittoria in Ungheria e trova la sua acme nel 2005-2006 con le vittorie dei due titoli mondiali, contro Raikkonen il primo ma soprattutto, dopo un durissimo testa a testa con Michael Schumacher, il secondo.

Dopo un 2007 alla McLaren falcidiato dalla rivalità con il compagno-nemico Hamilton (e un mondiale perso per una sola lunghezza), ecco il primo ritorno alla Renault del 2008-2009, con due vittorie ma anche qualche controversia (si pensi ai fatti di Singapore 2008).

Nel 2010 si prende il tanto sospirato volante della Ferrari, lui porterà  Maranello al successo già all’esordio in Bahrain e con cui resta fino al 2014: due campionati sfiorati –2010 e 2012- tante imprese a furore di popolo (su tutte Monza 2010 e Valencia 2012 ma anche la vittoria sfiorata in Ungheria nel 2014 con la peggiore Ferrari degli ultimi ventisei anni) ma anche tante incomprensioni che lo convincono ad abbandonare la Ferrari per tornare a Woking, scommettendo sui nuovi turbo-ibridi della Honda che la scuderia inglese avrebbe montato dal 2015: un disastro.

Tra rotture, vetture poco competitive e prestazioni imbarazzanti, le annate fino al 2017 (17°; 10° e 15° nelle rispettive generali) sono terribili e scoraggianti; a nulla serve il passaggio ai motori Renault per il 2018 che almeno all’inizio sembravano aver migliorato la situazione: lo spagnolo in gara non farà mai meglio del quinto posto; a questo punto l’amore di Fernando per la F1 sembra essersi affievolito. Meglio cambiare aria.

Tra gli altri successi, in questi anni lontano dal Circus, l’asturiano ha conquistato due vittorie alla 24 ore di Le Mans e un titolo mondiale WEC con la Toyota.

E adesso, quali saranno i piani per il futuro?

 

Non sarà comprimario

 

Fernando Alonso ha quaranta anni e c’è da giurare che non sia tornato a correre soltanto per fare il comprimario, specialmente di fianco ad un compagno giovane e aggressivo quale è Esteban Ocon. Certo è che la Renault del momento non sembri offrire grandissime garanzie tecniche, dopo esser stata anche incerta se proseguire o meno i suoi programmi: gli investimenti ci sono, i grandi sponsor pure (su tutti la Microsoft), non sono mancati i “piedi destri” molto pesanti (come quel Ricciardo che dall’anno prossimo sarà in McLaren) ma i risultati, quelli no: dal 2016 ad oggi nemmeno un podio e mai meglio del quarto posto in classifica costruttori.

Soltanto analizzando le parole da poco rilasciato dal campione asturiano si può provare a capirne di più, visto che questi ha infatti dichiarato:

La Renault è la mia famiglia, qui ho i miei ricordi più belli in Formula 1 e ho ottenuto i miei due titoli mondiali. Ora guardo avanti, per me è un motivo di grande orgoglio e sto tornando nel team che mi ha dato la possibilità di iniziare la mia carriera con grande emozione, anche per avermi ora permesso di tornare ai massimi livelli. Ho ambizioni in linea con il progetto del team. I progressi mostrati questo inverno danno credibilità agli obiettivi per la stagione 2022. Condividerò la mia esperienza agonistica con tutti, dai meccanici agli ingegneri e i compagni di squadra. Il team ha i mezzi e la volontà per tornare sul podio, come me “.

 

Ambizione Renault

Dunque, si percepisce come il vero obiettivo sia il 2022, anno dell’ennesima rivoluzione (dopo il 2009, il 2014, il 2017) della Formula 1 che alla spasmodica ricerca dello spettacolo, cercherà nuovamente di cambiare, tornando all’effetto suolo ma montando anche pneumatici da 18 pollici e più componenti standard (ricordiamoci anche l’introduzione del budget cup).

Insomma, nella speranza di un buon 2021 in crescita, la scommessa vera è arrivare ad un 2022 all-in, che riporti la squadra francese dove le compete, storicamente e tecnicamente.

Non mancheranno quindi le variabili e soprattutto per gli appassionati questo sarà un altro grande motivo d’interesse.

Non ci resta che aspettare.

 

 

Lorenzo Proietti

Lorenzo Proietti su Barbadillo.it

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