Scintill&Digitali. Il caso 5G tra timori per la salute e equilibri geopolitici

Mentre i sindaci giocano con le ordinanze, si accende lo scontro internazionale che coinvolge su scala globale le potenze economiche mondiali

In questi giorni è tornato alla ribalta il tema del 5g, per via di due notizie. La prima riguarda il governo italiano, che sta ponendo dei limiti alle facoltà dei sindaci di bloccare l’installazione di antenne nei loro comuni. La seconda riguarda il governo inglese, che ha estromesso l’azienda governativa Cinese Huawei dallo sviluppo di questa tecnologia nel Regno Unito.

I sindaci italiani e la salute pubblica

Partendo dall’Italia, molte amministrazioni stanno cercando di allontanare le antenne dal proprio territorio. L’ultimo in ordine di tempo è stato il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, accodandosi ad altri 570 sindaci (dati forniti dal sito Alleanza Italiana Stop 5g), tutti preoccupati per la salute dei cittadini, che sarebbe messa a repentaglio dalle emissioni ad alte frequenze di questa nuova tecnologia.
In realtà, a livello di salute umana il discorso è piuttosto complesso, perché il valore numerico della frequenza non è certo dirimente per capire se determinate onde siano dannose o meno. La mente di molti corre alla vicenda di Radio Vaticana, che però utilizzava normali frequenze della radio, ad altissima potenza.
Il 5g invece usa basse potenze. Ciò vuol dire che gli effetti eventualmente cancerogeni decadono a poca distanza dall’antenna.
Per questo, l’infrastruttura del 5g è composta da molte piccole antenne che trasmettono segnali intermittenti, al contrario dell’infrastruttura vigente fino alla quarta generazione, composta da poche grosse antenne.
Scientificamente parlando, i danni alla salute sono ancora tutti da dimostrare, tanto più che, mentre il 5g verrà attivato, verrà disattivato il 3g.
Il Governo ha quindi molte ragioni per intervenire a gamba tesa sulle amministrazioni locali, ricordando che il settore delle telecomunicazioni rientra in quelli di interesse nazionale.

Problema geopolitico

I sindaci in questione stanno giocando con le ordinanze, inconsapevoli della posta in gioco. Il problema principale legato al 5g probabilmente non è di natura sanitaria, ma di natura geopolitica. Una tecnologia che, grazie alla possibilità di utilizzare connessioni velocissime senza fili, promette di rivoluzionare numerosi campi, da quello medico a quello militare, può anche determinare la superiorità di una potenza su un’altra. Nella progettazione e nello sviluppo delle reti di quinta generazione, l’Italia e in generale l’Europa sono state praticamente assenti. Lo sviluppo è stato fatto da Stati Uniti e Cina, mentre il vecchio continente è stato alla finestra in attesa di comprare il prodotto finito.
Ciò ha fatto si che Huawei, il colosso che fa capo al governo cinese, oggi sia in una posizione ottimale per entrare con una forza mai avuta prima nel mercato europeo delle telecomunicazioni. Chi garantisce che questo vantaggio non venga utilizzato dalla Cina in tutti i modi possibili e, al momento, non ancora immaginati?
L’amministrazione USA sta premendo da tempo sui paesi NATO affinché abbandonino Huawei nell’ambito del 5g, agendo anche sull’utilizzo dei brevetti. Boris Johnson ha quindi optato per sganciarsi entro l’anno dai cinesi per tornare in un’orbita più americana, complice probabilmente anche la crisi di Hong Kong che sta raffreddando i rapporti fra Cina e Regno Unito.

Tornando in Italia…

Il problema geopolitico investe chiaramente anche il Belpaese, tant’è che il governo italiano ha deciso di utilizzare il “Golden Power”, la facoltà di dettare condizioni specifiche in settori legati agli interessi strategici e alla sicurezza nazionale, nei confronti di Windtre e Tim. A questa decisione è legato anche una polemica internazionale. La decisione è stata presa senza risalto mediatico e poco dopo il premier Conte ha incontrato Davide Casaleggio, creando indignazione presso i repubblicani USA. “Why did Italian prime minister Giuseppe Conte meet with the top lobbyist from Huawei today in private?”. Ha twittato Lorraine De Anna, chiedendosi perché “il principale lobbista di di Huawei ha incontrario il primo ministro Giuseppe conte in privato?”.
Un vero mistero, che mette però sotto una nuova luce molti avvenimenti recenti e la mai nascosta vicinanza del Movimento 5 Stelle alla Cina.

Vero è che poche ore fa è arrivata la conferma da TIM. Huawei è stata esclusa dalla gara italiana per il 5g.

@barbadilloit

Francesco Filipazzi

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