Formula 1. Hamilton vince col brivido, LeClerc sul podio

A Silverstone il campione del mondo fatica nel duello con Verstappen, nelle retrovie Vettel supera Bottas

La Formula 1 torna a casa…si potrebbe parafrasare lo slogan di Euro96, per accogliere il quarto appuntamento stagionale, lì dove tutto era cominciato nel 1950, con la vittoria di Nino Farina su Alfa Romeo.

La pista di Silverstone, nata dall’unione delle piste perimetrali di un aeroporto di servizio della RAF, usato durante la II Guerra Mondiale, nonostante le modifiche che l’abbiano resa molto meno veloce, è stata negli anni teatro di sfide e di eventi memorabili: dalla vittoria di Watson alla guida della prima vettura col telaio in fibra di carbonio (la vettura era la MP4/1 e l’anno il 1981), alla vittoria di Mansell nell’87, dopo una rimonta e un sorpasso con finta e contro finta su Piquet alla curva Stowe, dall’incidente di Schumacher nel 1999, alla brillante affermazione di Vettel nel 2018 (sembra una vita fa…).

 

La vigilia

Per altro, ma ormai gli spettatori si stanno abituando, alla vigilia del fine settimana inglese, sono arrivate importanti novità per il calendario: l’11 ottobre tornerà infatti dopo sette anni il Nurburgring, il 25 tornerà il Portogallo (l’ultima volta che il Grande Circus vi aeva fatto visita era stato nel 1996), con la novità assoluta del tracciato di Portimao (dunque niente Estoril, dove il gran premio portoghese si teneva) ma soprattutto, il 1 novembre, ecco la rediviva Imola, dove non si correva dal 2006 (anche se la denominazione non sarà GP di San Marino, ivi tenutosi dal 1981 al 2006 e fortemente radicato nella memoria storica degli appassionati, ma Gran Premio di Emilia Romagna).

 

Le prove libere

Succede però che tutto questo passi in secondo piano quando, a poche ore dalle prime libere del venerdì, viene confermata la positività di Sergio Perez al coronavirus, contratto in Messico durante una visita alla madre.

Le rigide regole del  protocollo fanno si che il messicano debba restare confinato ed isolato, impossibilitato a correre la doppia gara inglese (sulla stessa pista si correrà anche nel fine settimana venturo).

Alla Racing Point non resta che cercare un sostituto, che viene trovato in Nico Hulkenberg (che aveva corso per la Force India, team predecessore della RP, nel 2012 e nel periodo 2014-2016): il tedesco ha appena il tempo di fare il sedile, correndo addirittura al venerdì mattina con un casco nero e con la tuta del compagno Stroll.

Nonostante le difficoltà connesse al lungo digiuno dalla F1 e acuite dalla non conoscenza del mezzo, per lui arriva un buon tredicesimo tempo in qualifica.

Nelle prove libere, fatto salvo il solito dominio Mercedes sul passo gara, i primati toccano rispettivamente a Verstappen, Stroll e a Valtteri Bottas (in 1’27”422; 1’27”274 e 1’25”873); per la Ferrari c’è il buon lavoro fatto da Leclerc ma anche i tanti problemi tecnici che perseguitano Vettel: prima l’intercooler e poi il pedale del freno, fanno perdere tantissimo tempo al tedesco che infatti al sabato è soltanto decimo.

 

Grande lavoro anche in casa Renault: protagonisti i meccanici che devono sostituire il telaio di Ricciardo, a causa di una microfrattura all’attaccatura del telaio stesso.

Il lavoro riesce ma la squadra deve giocarsi uno dei due jolly per poter lavorare al di fuori della fascia stabilita, violando il coprifuoco, anche se Ricciardo li ripaga, vista l’ottima ottava posizione in partenza, davanti al compagno Ocon e al già citato Vettel.

 

Le qualifiche

Al sabato, i risultati sembrano già scritti: l’unico brivido è un testacoda di Hamilton in Q2, senza alcuna conseguenza, visto che dopo aver lasciato il primato delle prime due manches al compagno Bottas (per lui, 1’25”801 in Q1 e 1’25”015 in Q2, montando gomme medie), l’inglese si prende la pole position (la settima personale nel GP britannico e la novantunesima in carriera) e il record della pista: il tempo è uno strepitoso 1’24”303.

Alle sue spalle Bottas (1’24”616), mentre in seconda fila si mettono Verstappen e Leclerc, staccati rispettivamente dal poleman di un secondo e 22 millesimi e di un secondo e 124 millesimi; bene anche Norris e Stroll, quinto e sesto.

Chiudono la Top 10 Sainz, Ricciardo, Ocon e Vettel (qualificatosi sulla gomma più soffice, compromettendo la strategia della domenica in quanto costretto ad un primo stint più corto).

Male Alexander Albon, soltanto dodicesimo (nonché autore di un brutto incidente alla Curva Stowe durante le seconde libere di venerdì) e le Alfa-Sauber, con Giovinazzi e Raikkonen in nona fila, poi divenuta ottava per le penalità comminate a Kvyat (sostituzione del cambio) e Russell (mancato rispetto delle bandiere gialle al sabato pomeriggio).

 

La gara

Alla domenica, tra le poche nuvole splende il sole.

Peccato soltanto per la strana atmosfera delle porte chiuse, che non consentono di rendere omaggio ad un evento storico, tra le quali caratteristiche presenzia anche la competenza di un pubblico appassionato e sempre presente, che negli anni scorsi affollava i prati e le tribune (di un impianto che negli ultimi dieci anni ha investito enormi somme di denaro per riammodernarsi per cercare di venire sempre di più incontro alle diverse esigenze).

Le rinnovate procedure di partenza lasciano presto spazio alle venti vetture schierate.

Anzi, diciannove, perché sulla macchina di Hulkenberg si verifica un problema di accensione che non viene risolto e per lo sfortunato tedesco è subito ritiro, ancora prima che le cinque luci rosse si accendano.

 

Allo spegnimento dei semafori, non parte benissimo Hamilton che comunque conserva la leadership.

Subito s’infiamma il duello tra Leclerc e Verstappen, lesto a riprendersi dopo una curva la posizione persa in partenza sul monegasco; dietro, in mezzo al gruppo, l’attacco pretenzioso di Albon (penalizzato per questo di 5”) su Magnussen alla curva finale Club, porta i due al contatto e al ritiro del danese, dopo un brutto incidente.

Deve entrare la Safety Car, che torna ai box dopo cinque giri, lasciando campo libero alle due Mercedes che scappano subito.

Al dodicesimo giro, nuovo ingresso in pista della vettura di sicurezza, a causa dell’incidente di Kvyat: il russo, dodicesimo e in rimonta piena, perde in sovrasterzo la macchina all’ingresso della curva dieci, la Maggots, dopo aver toccato il cordolo e si schianta con violenza contro le barriere protettive, per fortuna senza conseguenze.

La seconda neutralizzazione di giornata consente a quasi tutti i piloti (tranne Grosjean che si ritrova così quinto) di fermarsi per il primo cambio gomme.

Alla ripartenza c’è subito bagarre tra Ricciardo e Sainz; di questa approfitta presto Norris che va a passare l’australiano e si porta in settima posizione, così come Ocon passa Vettel e si prende il decimo posto.

Lo spagnolo, dopo aver rintuzzato l’australiano della Renault, si lancia all’assalto di Grosjean, passandolo all’interno della Stowe: è il giro 22.

 

La parte centrale di corsa vede le Mercedes in assoluto controllo e soltanto a centro gruppo si smuove qualcosa, con i sorpassi di Ricciardo e Stroll su Grosejan (prima del pit stop di questi) e quello di Gasly su Vettel, per l’ultimo punto virtualmente disponibile.

Nelle retrovie, Albon si fa notare per gli attacchi su Russell e Giovinazzi, mettendosi  dodicesmo.

Poco dopo, siamo a meno cinque dall’arrivo, Ocon rompe finalmente gli indugi su Stroll e si mette ottavo; il canadese perde poi anche il nono posto ai danni di Gasly, autore di un bel sorpasso alla Abbey che legittima una bella gara tutta all’attacco.

Ai meno tre, Raikkonen deve fermarsi dai suoi meccanici, dove aver danneggiato ala e uno pneumatico.

Non una grave perdita per il finlandese, autore di una corsa anonima, sempre nella coda del gruppo.

 

Una gara piuttosto piatta durante l’intero svolgimento, esplode negli ultimi due giri: Bottas fora al 50° (forse su un detrito perso in precedenza dall’ala anteriore rotta da Raikkonen ma più probabilmente per un abbassamento di pressione dovuta alla forte usura), deve fermarsi e scivola fuori dalla zona punti; poco dopo, stessa sorte tocca anche  a Carlos Sainz che alla fine, da quinto che era ad un giro e mezzo dalla bandiera a sacchi, taglierà il traguardo soltanto tredicesimo.

L’incredibile colpo di scena vede però il medesimo destino toccare a Hamilton, proprio nel giro finale: l’inglese, con Verstappen alle spalle e in rimonta forsennata, visto che si era fermato proprio all’inizio di quel giro, è costretto a percorrere metà pista con l’anteriore sinistra distrutta, in un finale thrilling che lo vede comunque vincitore, davanti allo stesso Verstappen, autore anche del giro più veloce proprio all’ultima tornata – in 1’27”097- (potendo così festeggiare il suo Gran Premio numero 106, gli stessi corsi dal padre Jos tra il 1994 e il 2003).

Terzo posto per Leclerc, bravo ancora una volta a tenere la Ferrari lassù, nonostante le gravi deficienze del

mezzo meccanico.

Punti per Ricciardo, Norris, Ocon, l’ottimo Gasly, Albon (autore di un ultimo terzo di GP tutto all’attacco dopo l’errore iniziale), Stroll (oggi Racing Point piuttosto deludente) e per Vettel, che con uno scatto d’orgoglio finale arpiona l’ultimo punticino, tenendosi Bottas dietro.

Per il numero 5 è un’amara consolazione, dopo un’altra giornata da dimenticare.

Da segnalare vi è pure il buon dodicesimo Russell.

 

Le considerazioni

Insomma, dopo una gara dalle blande emozioni, i colpi di scena arrivano tutti sul finale.

La vittoria numero 87 della carriera di Lewis Hamilton arriva con un brivido finale che non deve comunque scalfire l’esatta dimensione di una nuova giornata di dominio da parte delle “astronavi nere”.

Per le Ferrari, costantemente dietro la Red Bull, un’ennesima gara complessa, mascherata dall’attendismo e dalla condotta impeccabile di Charles Leclerc ma ben lungi dall’esser motivo di ottimismo, visti anche tutti i problemi patiti da Vettel.

Ottimi punti in cascina per la Renault e l’Alpha Tauri, mentre ancora male le Alfa-Sauber, a buon bisogno scavalcate anche dalle Williams.

Per avere delle nuove risposte non si dovrà aspettare tanto, visto che la settimana ventura si correrà di nuovo sulla pista di Silverstone, per l’evocativo Gran Premio del Settantesimo anniversario.

Lorenzo Proietti

Lorenzo Proietti su Barbadillo.it

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