Giornale di Bordo. Povero Libano, la crisi della (ex) Svizzera del Medio Oriente

Riprende il diario di Enrico Nistri su Barbadillo.it

L’esplosione nel porto di Beirut

Riprendo oggi il mio Giornale di Bordo, che aveva attraversato un periodo di precoci vacanze estive. Vorrei farne però un vero diario, fatto non di articoli strutturati, ma di ricordi, impressioni, osservazioni, occasionali ma non d’occasione, sui fatti del mondo e sugli eventi del giorno.

Povero Libano

Era l’estate del 1981, a Parigi, primi giorni d’agosto. Non esistevano ancora (purtroppo) i bancomat e non esisteva nemmeno (per fortuna) l’euro. Per sicurezza, chi viaggiava utilizzava i travel cheques, assegni personali in valuta locale di piccolo taglio di cui, in caso di smarrimento o di furto, era garantito il rimborso. Non tutti i negozi però li accettavano, per cui poteva essere necessario farseli cambiare in banca. Per caso ci trovammo di fronte alla filiale parigina di un importante istituto di credito romano che ancora non si era fuso col Banco di Santo Spirito. Il mio amico, romano, aveva travel emessi proprio da quella banca e gli parve naturale di conseguenza che glieli pagassero senza problemi. Invece il cassiere lo squadrò come un fastidioso postulante e ci disse che per cambiarli avrebbe dovuto pagare una commissione di cinquemila lire. Uscimmo disgustati da quell’esempio della cialtroneria e dell’arroganza di molti bancari italiani e poco dopo c’imbattemmo in un una filiale della banca del Libano. L’impiegato ci accolse con un sorriso e cambiò al mio amico senza pretendere nessun aggio gli assegni che gli consegnò.

Era, ripeto, il 1981, e il Libano viveva già da molti anni una sanguinosa guerra civile. Eppure l’efficienza del suo sistema finanziario rimaneva quella che ne aveva fatto la Svizzera del Medio Oriente. Sono passati quasi quarant’anni da allora, e Beirut è la capitale devastata di una nazione devastata, in preda alla miseria, vittima di un degrado di cui il terribile attentato di martedì scorso costituisce l’ennesima conferma. La parabola discendente cominciata quando l’accoglienza ai primi profughi palestinesi alterò i delicati equilibri etnico-religiosi del Libano a spese della millenaria presenza cristiana sembra essere arrivata a un punto di non ritorno. La Svizzera del Medio Oriente è divenuta uno Stato fallito.

La storia, purtroppo, non insegna molto agli umani. Insegnerà qualcosa a noi italiani, a noi europei, a noi occidentali la cronaca?

 

Enrico Nistri

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