Ezra Pound e l’amore per l’Italia

Lo studio "Ezra Pound, Italy, and The Cantos" di Bacigalupo, recensito da Luca Gallesi massimo esperto europeo dello scrittore fascista americano

Ezra Pound a Venezia

Ezra Pound a Venezia

Ezra Pound
Ezra Pound

Più citato che letto, e più commentato che studiato: ecco, in sintesi, lo stato dell’arte per quanto riguarda Ezra Pound. Poeta sicuramente difficile, personaggio indiscutibilmente eccentrico, prigioniero politico mai condannato, anche se privato della personalità giuridica, Pound ha comunque lasciato un segno profondo nel Ventesimo secolo tanto negli Stati Uniti, di cui ha influenzato la letteratura dagli anni Venti ai poeti beat, quanto in Italia, sua patria d’adozione, dove ha vissuto prima della guerra e fino alla morte, dopo la reclusione nel manicomio criminale di Washington dal 1945 al 1958.
A giudicare dalla produzione critica del primo quinto del Ventunesimo secolo, sembra però che la sua eredità non si sia fermata al Novecento, come dimostra il recentissimo Ezra Pound, Italy, and The Cantos, (Clemson University Press, pp. 348 €101,57) di Massimo Bacigalupo, maggiore studioso del poeta americano per meriti accademici e storia famigliare. Scritto nel corso degli anni, e diviso in capitoli tematici, il volume è un omaggio al Poeta e un invito alla lettura dei Cantos, l’opera che, nelle intenzioni dell’Autore, sarebbe dovuta essere il poema epico degli U.S.A., ma che è diventata l’epicedio dell’Europa, o almeno, dell’Europa distrutta dalla Seconda guerra mondiale: un mondo arcaico, dove la terra era sacra e gli Dei antichi abitavano i boschi. Con delicata sensibilità e assoluta padronanza della materia, Bacigalupo conduce il lettore nel labirinto dei Cantos e lungo la travagliata vita di Pound, costellata di incontri con uomini straordinari e donne meravigliose, alla ricerca di un po’ di luce che aiuti il lettore a vedere il Bello e ad apprezzare ciò che è giusto.
Il saggio è un utile baedeker all’universo poundiano, spesso più svelato dai ricordi personali dell’autore che dalla sua critica letteraria, peraltro molto apprezzabile, soprattutto nell’analisi puntuale dei due Cantos “maledetti” scritti in italiano, il 72 e il 73, a lungo censurati perché vivace testimonianza dell’adesione di Pound alla Repubblica Sociale Italiana.
A lettura finita, abbiamo la conferma che Pound non era pazzo e che non ha mai cambiato idea, che ha amato, contraccambiato, delle donne eccezionali e che i Cantos, invece che l’auspicato poema epico degli Stati Uniti, potrebbero essere meglio apprezzati come un racconto morale, utile agli americani perché capiscano come, e dove, ancora oggi, potrebbero vivere una vita migliore.

Luca Gallesi

Luca Gallesi su Barbadillo.it

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