La musica riscopre la verve futurista: il caso dei Pop-X

Con la hit “Io centro con i missili” le note rievocano un coinvolgente "dinamismo eccentrico"

Pop X

Contro le recrudescenze dei negativisti che in ogni epoca hanno preteso di raccontare la storia culturale del nostro Paese come un bellissimo passato irripetibile, si schiantano le voci dei neopositivisti moderni, gli ultra-ottimisti del nuovo millennio che, forti della propria natura eclettica, critica, aperta, sanno riconoscere le bellezze della nouvelle époque, senza dover aspettare le indicazioni della critica negazionista e commerciale, sorda alle novità stilistiche più irriverenti.

A questi lettori illuminati e curiosi ci rivolgiamo proponendo una scoperta: una nuova corrente musicale futurista che da qualche tempo scoppia inconsapevolmente nei brani di alcuni artisti italiani più o meno sconosciuti.

Vogliate seguirci in un esperimento, aprire la vostra libreria di Spotify e cercare il pezzo dei Pop-X “Io centro con i missili” e lasciate che il dinamismo eccentrico delle note della canzone vi accompagni nella lettura di questo articolo. 

Sulla pista d’atterraggio

C’era steso un uomo biondo

Salutava e non lo vidi mai più

Poi nel cielo un’esplosione

Di un motore a compressione

Dedicai l’intera vita

Per raggiungere l’uscita

 

Nei pochi primi versi l’artista manifesta la coraggiosa intenzione di emanciparsi dalle regole della canzone moderna in cui, oltre agli intramontabili testi d’amore, vige da qualche anno il monopolio dello “storytelling”, una sorta di neo-realismo letterale attraverso cui gli artisti raccontano, senza alcuna pretesa di esprimere contenuti, una giornata banale, una serata, le proprie abitudini (ci si faccia un’idea con i vari testi di Carl Brave, Calcutta, Gazzelle, Franco 126… l’elenco è lungo, ci si ferma per non annoiare il lettore).

Accade come sempre che un nuovo (e pure piacevole) modo di fare musica, viene consacrato dalla critica e dalle radio, che ne fanno una legge, un nuovo canone di successo a cui gli artisti si piegano per garantirsi un incasso sicuro. E muore il genio creativo, e muore l’innovazione. Ed ecco allora la genialità di Pop-X che, rifiutando di inserirsi nelle trame di ciò che vende, disegna un testo indipendente da similitudini ed imitazioni. 

L’ispirazione in Pratella?

In questi versi pare di ritrovare il senso delle parole di Francesco Pratella, quando, il 29 marzo 1911, scriveva quel bellissimo Manifesto tecnico della Musica Futurista: “si finisca una volta e per sempre di essere dei vili imitatori d’un passato che non ha più ragione di essere, dei solleticatori venali del gusto basso del pubblico”. Ma non è soltanto nel rifiuto di schemi letterali precostruiti che ritroviamo le istanze futuriste che si stanno insinuando nella musica indipendente italiana, ad insaputa dei loro stessi autori.  Dopo le prime due strofe, il pezzo di Pop-X esplode su una base elettronica che inverte inaspettatamente il ritmo. Su queste note elettriche, l’autore canta: “Io sono un missile/Ho sfiorato più di mille volte l’atmosfera. Ho sfiorato più di mille volte l’atmosfera/Ed ora sono un missile. 

Ecco l’energia vitalica della gioventù. Ecco i grandi temi della letteratura futurista, il poeta che abbraccia la modernità sino a fondersi con essa, sino a diventare un missile che sfiora l’atmosfera. Non c’è bisogno di spiegazioni, non v’è esigenza di raccontare una storia, di elaborare frasi compiute o direttamente connesse. L’artista trasmette il coraggio, l’audacia, la ribellione, il passo di corsa, attraverso un testo suggestivo che risuona sfrenatamente sopra alle note entusiaste del sottofondo elettronico. Lasciamo parlare di nuovo il futurista Pratella: “Il ritmo monotono, limitato, decrepito e barbaro, dovrà cedere il dominio ad un libero procedimento poliritmico. L’alternarsi e il succedersi di tutti i tempi e di tutti i ritmi possibili troveranno il loro giusto equilibrio solamente nel senso geniale ed estetico dell’artista creatore.

Si è parlato di una nuova corrente musicale futurista. Nuova perché inesplorata; corrente perché si sviluppa trasversalmente nei brani di artisti che non sono legati tra di loro e che tuttavia hanno delle analogie stilistiche che si influenzano a vicenda. Ed infatti, “Io centro con i missili” non è il solo caso che si vuol qui prendere ad esempio. Oltre a “Cattolica” dello stesso autore, il brano “Le ruote, i motori!” di Fulminacci, esprime i medesimi moti futuristi di cui si è parlato sin qui. 

Anche in questo caso, il testo cavalca una musica che cambia ritmo in modo elettronico e repentino per assecondare lo stato d’animo del cantante. L’autore prende in rassegna i temi della propria gioventù: l’amore, la musica, la scuola e la confusione esistenziale. Eppure, il soggetto della canzone, il centro del pezzo, che trova spazio nel ritornello, è riservato agli strumenti della modernità, al progresso che esalta l’animo della gioventù moderna: le ruote, i motori! 

Gli spunti che abbiamo qui riportato al lettore sono alcuni degli esempi di un nuovo stile che, con spirito positivo, ripropone in musica il dinamismo delle figure e dei suoni, proprio della letteratura futurista.  Non siamo certi che gli autori di tali brani, spesso appartenenti a correnti culturali ben distanti, siano consapevoli delle istanze che animano le loro canzoni, ma siamo sicuri che i lettori, molto più della critica musicale, sapranno apprezzare il carattere innovativo di questi pezzi che, celebrando lo spirito ruggente di una gioventù capace di governare la società meccanica, arricchiscono il panorama musicale italiano di nuove tendenze futuriste. Chissà che in futuro, riconoscendo i tratti peculiarissimi che caratterizzano le loro canzoni, gli stessi cantautori non avranno l’audacia di sviluppare una nuova avanguardia musicale.

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Luca Morini

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