La lettera. Al Referendum voto “Sì” contro i poltronari

L'intervento dello scrittore Sandro Marano

La scheda per il referendum

Gentile Direttore,

sto osservando una levata di scudi da parte di ampi settori della “destra” a favore del NO al referendum, l’ultima esternazione è quella di Giorgetti della Lega, che pure aveva votato in precedenza questa “riforma”. Ed allora non posso fare a meno di raccogliere le mie sparse osservazioni fatte a commento degli articoli pubblicati su questo argomento da Barbadillo. 

Osservo innanzitutto che è patetica questa volontà di conservare le cose così come sono e che la classe politica, da sinistra a destra, quando si tratta di ritoccare i propri privilegi si chiude a riccio.

Certamente, bisogna chiamare le cose col proprio nome: non di una vera riforma costituzionale si tratta, ma semplicemente di una piccola revisione, che non intacca sostanzialmente l’impianto costituzionale. E su questo credo che concordiamo tutti. Io, per esempio, avrei puramente e semplicemente abolito il Senato, una sola camera basta e avanza (leggi più spedite, maggiore controllo popolare, meno giochini di palazzo). Ma si può pretendere dai 5 stelle lungimiranza, competenza giuridica, coraggio? Evidentemente no. E si può pretendere dai difensori ad oltranza di questo sistema (leggi il PD) una vera volontà riformatrice? Evidentemente no. 

L’argomentazione più usata, che però a ben guardare è un’ argomentazione speciosa, perché dettata meno dal ragionamento che da un moto d’animo e di dispetto, è che non bisogna far vincere o gongolare i grillini, che di questa revisione sono i paladini. Questa argomentazione equivale a quella del marito che per fare dispetto alla moglie si taglia gli zebedei! Se infatti dovesse prevalere il NO, questa carta Costituzionale sclerotizzata contraddittoria e anacronistica rimarrà per altri 100 anni così com’è, perché qualunque sia pur timido e incompleto tentativo di riformarla abortirebbe in partenza, nessuno avrebbe più il coraggio o il desiderio di por mano a qualunque revisione! D’altra parte per il NO si è pronunciata quel concentrato di odio e di faziosità che è l’ANPI, così come LEU e settori del PD (avrebbero volentieri fatto campagna per il NO anche Zingaretti e soci, ma c’è di mezzo il governo, anzi, parafrasando il motto francese, le fauteuil oblige!). E così pure tanti  intellettuali e soloni della sinistra sono per il NO. Dunque? Vogliamo cadere dalla padella nella brace? Non a caso Marcello Veneziani in un lucido articolo pubblicato su La Verità del 22 agosto 2020 intitolato La padella e la brace del referendum, dopo aver esaminato obiettivamente i pro e i contro del referendum, conclude:  “Ciononostante è leggermente meglio avere 600 parlamentari piuttosto che quasi 1000. Per una questione simbolica, forse etica, forse logistica”. 

Inoltre, a mio avviso, a favore del SI c’è una ragione giuridico-politica.  Con la prevalenza del SI infatti c’è una possibilità che questo parlamento venga sciolto prima dell’elezione del Capo dello Stato, perché altrimenti un parlamento non più legittimato (dal suo voto stesso e dal responso popolare) eleggerebbe il Presidente della Repubblica e questo senza dubbio costituirebbe un serio e bel problema costituzionale! 

Infine non condivido il grido d’allarme sulle sorti della “democrazia rappresentativa”, non c’è poi una grande differenza nel rappresentare 100 mila o 150 mila elettori, anzi più si allarga la platea elettorale e meno occasioni di corruzione si presentano, meno assalti alla diligenza (si possono accontentare 10 persone, un po’ meno 100, per niente 1000). 

Allora, accontentiamoci di toglierci dalle scatole un po’ di poltronari, votiamo SI, malgrado tutto, e diamo un segnale alla casta politica.

Cordialità. Sandro Marano

Sandro Marano

Sandro Marano su Barbadillo.it

Exit mobile version