Federico Chiesa ai bianconeri, l’ultimo capitolo della faida Juve-Viola

L'ultimo fuoco di mercato infiamma una vecchia e antichissima rivalità. La polemica e la promessa (mancata) di Commisso

Disegno di Andreas D'Agosto

Disegno di Andreas D'Agosto

Alla fine d’un mercato compresso ma come sempre rocambolesco, la Juventus piazza un ennesimo colpo eclatante acquistando uno dei migliori prospetti nostrani: Federico Chiesa. Questa però non è una trattativa come le altre, in virtù della squadra di provenienza del giovane italiano. Infatti, ogni giocatore viola che sceglie di vestire il bianconero deve affrontare accuse di tradimento e l’astio che esse comportano. La rivalità tra le due squadre si perde nelle piaghe del tempo, come è ovvio che accada tra due società che rappresentano fieramente le prime due capitali d’Italia. Tuttavia c’è una data a cui far ricondurre la definitiva consacrazione della genesi di questa lotta eterna, il 7 ottobre 1928. La Juventus umilia la Fiorentina 11-0 ed il popolo così orgoglioso ed indomito di Firenze non lo dimenticherà più. Dopo vari anni di sfide e reciproci sfottò, l’antagonismo culmina nel 1982, quando all’ultima giornata di campionato le due compagini si ritrovano appaiate in cima alla classifica. Alla Viola sarà annullato un goal di Graziani a Cagliari e, con le usuali lamentele, sarà la Juventus a spuntarla vincendo 1-0 a Catanzaro (rigore dubbio). L’ultimo grande capitolo della rivalità è la finale di coppa UEFA del 1990, vinta nuovamente dai bianconeri tra infinite polemiche.

Ma il momento più sofferto dalla tifoseria viola è stato sicuramente la cessione dell’amato Roberto Baggio, miccia che scatenò una rivolta degna di Masaniello e che ancora oggi infuoca il cuore dei Fiorentini. Roby non sarà l’ultimo degli idoli viola a percorrere quei 400 km in direzione nord, Miccoli, Felipe Melo, Bernardeschi, Chiellini, sono solo alcuni, prima del loro ultimo figlio prediletto, Federico Chiesa.

Lo scorso anno, all’ennesima domanda scomoda di un giornalista sul possibile futuro del suo gioiellino a Torino, Commisso si involò in una dichiarazione sibillina:

“I don’t wanna make Chiesa il Roberto Baggio della vita di Rocco”.

Il suo creolo italoamericano espresse molto bene la sua conoscenza della piazza e la necessità di calmare gli animi; ma si sa, dire di no a quella maglia bianconera è, per tutti, dirigenti e calciatori, davvero difficile. La scorsa stagione il ragazzo era considerato incedibile ma le ultime prestazioni non brillanti, la voglia di creare un nuovo ciclo e la volontà del giocatore di esplorare altri lidi hanno portato il Presidente a rivedere le sue posizioni, valutando le offerte pervenute.

Così, Federico arriva alla Juve con la formula del prestito biennale a 10 milioni con obbligo di riscatto fissato a 40 (+10 eventuali di bonus) al verificarsi di una di queste tre condizioni: 1) il piazzamento della Juventus tra le prime 4, 2) il raggiungimento del 60% delle presenze totali, 3) il raggiungimento di 10 goal e 10 assist.

L’attaccante, tuttavia, si trasferisce a Torino nel momento più intricato e dubbioso degli ultimi 9 anni. I punti di domanda sono molteplici, l’unica certezza è quell’uomo con il 7 sulle spalle che sembra provenire da un altro pianeta. Il sistema di gioco di Pirlo non appare ancora chiaro, vuole giocare con un 3-5-2 contiano? Con un più classico 4-3-1-2 potendo finalmente inserire Dybala e le due punte? Oppure vuole insistere sulla strada innovativa del cambio continuo di modulo a seconda del momento della gara?

Chiesa è un esterno d’attacco che ha esordito con Sousa ricoprendo proprio quel ruolo a tutta fascia che sembra tanto piacere al suo nuovo allenatore, sempre però coadiuvato da un difensore laterale roccioso e in alcuni casi da un ulteriore uomo di copertura alle sue spalle. Danilo, invece, non sembra essere la pedina adatta a coprire le falle del figlio d’arte che negli ultimi anni è stato più volte spostato su tutto il fronte esterno mostrando una certa versatilità: a volte impiegato come 5º di centrocampo come con Sousa e con Iachini, a volte terzo d’attacco (come con Montella) e della trequarti (come con Pioli) e talvolta seconda punta. Il talento e la velocità del ragazzo sono indiscutibili, la giovane età gioca a suo favore, ma è il momento adatto perché possa esprimere in bianconero tutto il suo potenziale? Risulta ancora difficile capire cosa il Maestro di Brescia abbia in mente per far coesistere Dybala, Kulusevsky, Ronaldo, Ramsey e Chiesa; come farà a coprire le mancanze difensive e la carenza di idee in fase di impostazione a centrocampo; ed infine come potrà reggere la pressione di un ambiente che è troppo abituato a vincere, che non è pronto ad accettare l’idea di una possibile sconfitta contro l’eterna rivale in nerazzurro, e che anela da anni la vittoria in Europa.

A dare risposta a queste domande sarà solo il tempo, al momento il tutto appare confuso e in fase assolutamente embrionale; ma se c’è un uomo che ha dimostrato di potere l’impossibile quello è proprio Andrea Pirlo.

Stefano Coropulis - Andreas D'Agosto

Stefano Coropulis - Andreas D'Agosto su Barbadillo.it

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