Focus. Le elezioni Usa hanno un solo sconfitto: il mito della democrazia a stelle e strisce

Trump o Biden? Il dem è presidente, il tycoon minaccia valanghe di ricorsi e arruola eserciti di avvocati. America a pezzi

La campagna negli Usa contro i monumenti per gli eroi sudisti e le statue del generale Lee

Trump

Non s’è ancora capito chi abbia vinto le elezioni in America. Joe Biden ha dichiarato di voler essere il presidente di tutti gli americani ma Donald Trump ha dichiarato guerra guerreggiata al conteggio del voto postale. Il vecchio democratico, intanto, già si sente padre della Patria. In fondo, la retorica che ne ha sostenuto la corsa è sempre la solita della sinistra internazionale ed è davvero e convintamente conservatrice: ha retto l’argine costituzionale blu contro la rossa marea populista.

“Sarò il presidente di tutti”

Biden ha dichiarato che lui sarà il presidente di tutti gli americani, che per lui non esisteranno Stati “rossi” o “blu”, repubblicani o democratici, ma soltanto gli Stati Uniti d’America. Inoltre, su twitter, ha lanciato un appello alla pacificazione: basta considerare gli avversari come nemici. Insomma, ha detto ai suoi che – a vittoria avvenuta (forse, quasi, chissà) – è l’ora di lavorare a una riappacificazione nazionale. Dopo quattro anni di violente polemiche (e non solo). Alimentate proprio dalla sua parte politica. Insomma, ha detto ai suoi di calmarsi. Adesso viene la fase di governo e tante, troppe, appaiono le cambiali firmate dai dem americani. In primo luogo quella nei confronti del vero dominus di questa campagna elettorale democratica, Barack Obama. E poi a seguire: da Bernie Sanders all’universo delle multinazionali dei social, fino ai Black Lives Matter e a tutti i movimenti di piazza che hanno infiammato la campagna elettorale. Forse la sconfitta gli sarebbe stata più leggera e dolce: governare con tanti (e potenti) amici a cui dimostrare sempiterna gratitudine sarà (davvero) gravoso. Sempreché sia lui, davvero, il prossimo inquilino della Casa Bianca. Dato che, al momento, è tutto in bilico.

Gli avvocati di Trump

Trump, invece, ha lanciato la sfida di tutte le sfide. Quella a colpi di carte bollate. Si è dichiarato vincitore e vuole che siano contati tutti i voti, a uno a uno. Così sta passando per un eversore dell’ordine democratico e pare curioso, detto con franchezza, che sia lui a subire tale destino, proprio lui accusato di aver vinto grazie agli hacker imbroglioni di Mosca. Lui tiene tutti sulla corda: sa che c’è una sola cosa che gli americani non perdonano, mai: cioé la sconfitta. Ha vinto lui e anche se alla fine decidessero che dovrà sloggiare dalla Casa Bianca, lui avrebbe vinto lo stesso.  E allora ha arruolato uno stuolo di avvocati da far paura, persino più dei seguaci della setta Qanon. I soldi non mancano per i riconteggi: a milioni saranno versati per riaprire e richiudere le urne. Niente va lasciato intentato. Potrebbe riuscire, proprio lui, a ritornare nello studio ovale. E non da turista.

La fine di un mito

Per fortuna, almeno stavolta, non ci sono stati elogi sperticati al mito della democrazia americana. Che ha mostrato di reggersi su un sistema elettorale che risale al ‘700 e su un dibattito pubblico che definire violento quanto un saloon spaghetti-western è ancora poco. Per di più due candidati ultrasettantenni, uno – Biden – che ha mostrato segni di cedimento fisico e forse mentale già dalle prime fasi della partita elettorale e l’altro – Trump –  in perenne stato di eccitazione. Comunque andrà a finire un dato va già registrato: nessuno, ma proprio nessuno, nemmeno i più entusiasti fan dell’american way of life riescono ad avanzare un minimo segnale di consolazione da questa tornata elettorale. Si inizia a parlare di “convincere” i grandi elettori designati a votare contro l’indicazione degli elettori. Una follia bella e buona che restituisce l’onore alle beghe di paese e dignità persino ai nostri eroici trasformisti che da un secolo e mezzo rendono piccanti le cronache parlamentari de’ noantri. 

Giovanni Vasso

Giovanni Vasso su Barbadillo.it

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