Il caso. PornHub sotto accusa cancella milioni di video

Un articolo del New York Times ha svelato il lato oscuro del sito porno

PornHub è nell’occhio del ciclone, per via di un articolo del New York Times, nel quale è stata denunciata la presenza sulla piattaforma di video porno illegali. A seguito della denuncia, l’azienda MindGeek, che gestisce il sito, ha dovuto correre ai ripari, cancellando in poche ore 9 milioni di video e gli account, non verificati, ad essi collegati.

La denuncia del NY Times

Già dal titolo, l’inchiesta del quotidiano statunitense fa accapponare la pelle. The Children of Pornhub. Why does Canada allow this company to profit off videos of exploitation and assault?“. Tradotto: “I Bambini di PornHub. Perché il Canada permette a questa azienda di guadagnare su video di sfruttamento e aggressione?”.
Secondo Nicholas Kristof, l’editorialista, su questo frequentatissimo sito sono presenti milioni di video che riprendono violenze sessuali, minorenni e persone non consapevoli del fatto che i video che stanno girando sarebbero poi finiti online.

Vengono citate al riguardo alcune storie di ragazze la cui vita è stata falcidiata dalla presenza di materiale porno online, che da anni cercano di fare rimuovere senza fortuna. PornHub si presenterebbe come un’azienda trendy, che finanzia pure campagne umanitarie. “Eppure c’è un altro aspetto dell’azienda: il suo sito è infestato da video di stupro. Monetizza gli stupri di minori, la pornografia per vendetta, i video delle telecamere spia di donne che fanno la doccia, contenuti razzisti e misogini e filmati di donne asfissiate in sacchetti di plastica. La ricerca di “ragazze sotto i 18 anni” (ndr: under18 senza spazio in inglese) o “14 anni” porta in ogni caso a più di 100.000 video. La maggior parte non riguarda bambini che vengono aggrediti, ma troppi lo sono”.

Reazioni indignate e corsa ai ripari

L’articolo ha creato indignazione a livello mondiale e Mindgeek, l’azienda che gestisce PornHub e altre decine di siti simili, ha dovuto correre ai ripari. Dal sito sono quindi stati cancellati 9 milioni di video e sono stati eliminati gli account non verificati. Ciò però non è bastato e un’altra tegola è caduta velocemente sull’azienda.
I due circuiti di carte di credito più popolari al mondo, Visa e Mastercard, hanno sospeso i pagamenti provenienti dal sito pornografico, come un anno fa fece Paypal.

Va ammesso che il New York Times abbia quindi scoperchiato un problema enorme, noto però da anni, una specie di segreto di Pulcinella. Su PornHub chiunque, negli anni, ha potuto caricare qualsiasi cosa, come su YouTube, senza filtro e l’azienda non ha mai ascoltato le persone che cercano di difendersi dall’esposizione involontaria.

@barbadilloit

Francesco Filipazzi

Francesco Filipazzi su Barbadillo.it

Exit mobile version