Berto Sour. La pratica politica della severità e la proprietà privata diffusa antidoto alle Big Tech

La rubrica di Giacomo Petrella accende i riflettori sul ruolo della severità come cardine di una visione rivoluzionario-conservatrice

Le aziende del settore Big Tech

Il Bernanos britannico ci aveva visto giusto. Scriveva infatti Gilbert Keith Chesterton che

“il male vince sempre grazie agli uomini dabbene che trae in inganno; e in ogni età si è sempre avuta un’alleanza disastrosa tra abnorme ingenuità e abnorme peccato”.

E’ opportuno tenere a mente questo aforisma di un pensatore cattolico sui generis, né conservatore né progressista, strenuo difensore della famiglia e della proprietà privata. Scriveva ancora:

“L’unico modo in cui possiamo impedire il Socialismo è attraverso un cambiamento vasto come il Socialismo. Se sosteniamo la proprietà privata, dobbiamo distribuire la proprietà, seminandola dappertutto con assoluta severità, come fece la Rivoluzione francese. Se vogliamo preservare la famiglia, dobbiamo rivoluzionare la nazione”.

Si vada oltre il piacevole e famigliare taglio rivoluzionario-conservatore: Chesterton reclamava qualcosa di particolarmente inattuale, ossia la pratica politica della severità.

I padroni del mondo

Non è solo questione di buon senso. Il buon senso può essere aggirato, soggiogato. Senza una faticosa aspirazione alla severità, il buon senso diventa inutile dabbenaggine. Come ha potuto Bill Gates arrivare a possedere 97mila ettari di terreno agricolo? E Ted Turner (Cnn) oltre 2 milioni? Quale abnorme ingenuità liberale ha potuto permettere la distruzione della proprietà privata diffusa e la nascita di un progetto utopistico tanto complesso come quello di un mondo di pochi padroni e moltitudini di schiavi? E’ dunque possibile rompere l’alleanza fra stupidità e crudeltà?

Grande Reset e fastidio

Il Grande Reset non è altro che una scenica presa in giro. E’ fastidioso per questo, più che per altro. Chi ha voluto che l’eliminazione del costo esasperato della civiltà signorile di massa non pretendesse eccessivo parrucco o civilistica soluzione, ha avuto gioco assai più facile del previsto: Greta Thumberg ha così sostituito l’ecologia. Papa Francesco, la disuguaglianza. Un pizzico di paura sanitaria e nessun’anima pia, per quanto incline alla giustizia, potrà disinnescare il capitombolo occidentale dentro il quale rotoliamo, ormai tutti, chi più chi meno inguaiati.

Finché c’è Oriente c’è Speranza

Scommettitori dicono che nella Cina di Xi, se qualche alto funzionario di stato venisse sorpreso ad agevolare provvigioni milionarie sulle mascherine anti-covid, verrebbe fucilato in pubblica piazza senza giusto processo. E’ un metodo poco ortodosso, si sa. Di certo severo. Sarebbe lecito domandarsi se il buon Chesterton intendesse qualcosa del genere quando per incipit suggeriva di applicare alla tutela e diffusione della proprietà privata il Grande Terrore; e allo stesso modo sarebbe un bel colmo di eresia e sincretismo se, vilipesi e comprati, schiavi enogastronomici di monopolisti futuribiil, gli occidentali si trovassero ad imparare di nuovo dall’odiato Confucio marxiano l’arte della mano severa. Che dilemma, in tempi di agonismo parlamentare e ricette globali in salsa tricolore. Di certo lo stesso Chesterton la sua idea fra gli schieramenti dell’emiciclo liberale in campo se l’era fatta:

“Il compito dei progressisti è commettere errori; quello dei conservatori è di impedire che qualcuno vi possa porre rimedio”.

Giacomo Petrella

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