De Priamo (FdI): “Destra pronta al voto. Se non rinasce Roma non ripartirà l’Italia”

Il capogruppo: "Ci vuole una nuova fase costituente per Roma Capitale. Nessun dubbio, l'alleanza di centrodestra reggerà"

Destra pronta al voto. L’Amministrazione Raggi bocciata non dalla politica ma dai cittadini. La necessità di una fase nuova per Roma Capitale che sia costituente, proposte di governo dei conservatori già in campo: questa la sintesi che presenta Andrea De Priamo, capogruppo di Fratelli d’Italia in Assemblea Capitolina, in vista delle Comunali di Roma.

De Priamo è vicepresidente della Commissione Cultura e componente delle commissioni Urbanistica e Ambiente.

 

De Priamo, quale è lo scenario romano alla fine del primo mandato Raggi?

“È sicuramente molto negativo per la città. E la pandemia, come in Italia e a maggior ragione nella Capitale, ha dato la mazzata finale. Roma ha subìto una gestione di basso profilo, che non è riuscita ad assicurare neanche l’ordinaria amministrazione, da parte di una giunta che pure avrebbe voluto essere “di cambiamento” che, unita al lento e costante declino, accelerato poi dal Covid, ha portato al disastro.
Molto negativo è stato l’operato sulle municipalizzate, su tutte Ama e Atac: una situazione drammatica sia per il livello dei servizi erogati sia per quanto riguarda piani industriali e prospettive. Per questo abbiamo assistito al precipitare di Roma nelle classifiche stilate dagli osservatori neutri e dalle agenzie che valutano la qualità di servizi e vivibilità delle città. E inoltre non sono mancate scene drammatiche: dai rifiuti abbandonati in strada fino agli autobus flambé e al caso finora inedito delle stazioni metro, come Barberini e Repubblica, chiuse per mesi se non per un anno. Accanto a questo, i segnali che hanno contribuito alla descrizione già negativa della città, come il “no” alle Olimpiadi.
Il risultato è stato quello di allontanare gli investimenti da Roma. Non soltanto si è tenuto fuori chi avrebbe voluto venire per creare lavoro ed economia, la situazione che si è determinata ha fatto in mondo che persino chi già aveva investito qui ha preferito dismettere tutto e andarsene. È quello che è accaduto, per esempio, con Sky e con diverse altre realtà, alcune delle quali di profilo internazionale.
Per ripartire c’è una sola strada: aprire una fase costituente per la definizione e l’ampliamento dei poteri istituzionali conferiti a Roma Capitale”.

 

Perché sarà così importante negoziare un nuovo ruolo e nuove competenze istituzionali per Roma?

“Pur stando all’opposizione, siamo stati protagonisti di molte iniziative finalizzate a potenziare il ruolo di Roma Capitale. Fin dal primo ordine di giorno firmato da Meloni, il nostro impegno è andato nella direzione di ampliarne i poteri, come accade in tutte le altre capitali del mondo. Su questo fronte Virginia Raggi si è svegliata molto tardi, non ha fatto nulla sul fronte di un dialogo con il governo e neppure ha voluto i poteri che la Regione aveva deciso di conferirle.
Soltanto dopo l’approvazione lo scorso gennaio di un nuovo ordine del giorno a prima firma di Giorgia Meloni, la Raggi ha chiesto finalmente al Parlamento una commissione bicamerale sui poteri di Roma. Noi abbiamo dato la disponibilità al confronto, pur consapevoli che si tratta di una iniziativa tardiva e propagandistica.
Siamo convinti che la prossima assemblea capitolina sarà costituente di fatto perché il tema non potrà essere eluso: Roma non può ripartire se prima non si arriva a definire quali poteri può avere. E’ importante sottolineare che si tratta di un tema di interesse nazionale e non locale. Se non riparte la capitale, difficilmente potrà farlo l’Italia.
Senza ampliare i poteri conferiti all’amministrazione, per Roma non sarà possibile affrontare l’organizzazione dei grandi eventi che verranno, come il grande Giubileo del 2025 o l’eventuale Expo 2030. Sarebbe impossibile riuscirci con i poteri ordinari della Capitale, restando impastoiati in quella trafila burocratica che a oggi ha impedito a Roma di occupare il ruolo che merita.
Per questo chiederemo a tutti i candidati a sindaco per le prossime amministrative di sottoscrivere una sorta di patto per essere uniti su questo tema e portarlo, finalmente, a compimento”.

 

Oltre a Roma Capitale, da cosa occorre ripartire per risollevare la città?

“Abbiamo svolto in questi anni un ruolo di opposizione intransigente e costante ma sempre propositiva. Ciò ci consente adesso di poter contare su una base di partenza sviluppata: molte delle delibere e degli atti presentati nel corso del tempo sono, praticamente, già pronti per essere ripresi e attuati da un’eventuale giunta di centrodestra.
L’obiettivo che la coalizione deve porsi dovrà essere quello di aprire una nuova stagione di rigenerazione urbana, che valorizzi la sostenibilità e la vivibilità urbana e che metta in campo tanti progetti nuovi e necessari, soprattutto nelle periferie: bisogna alzare la qualità della vita e puntare sul ritrovato godimento della città anche in ambiti non centrali. Per questo occorre una grande operazione sul fronte urbanistico. Si deve puntare sul potenziamento dell’ufficio condono edilizio, una pratica che ormai è ferma e a ciò si deve unire il ripensamento degli strumenti di edilizia residenziale pubblica, riattivando interventi in tal senso e mettendo mano ai piani di recupero delle periferie. Occorre, quindi, potenziare gli uffici dedicati ai piani di zona.
Ma non è tutto. In questo momento occorre difendere le nostre attività produttive, colpite duramente dalla pandemia. Dobbiamo tutelare le attività tradizionali e quelle tipiche a rischio chiusura, con interventi che abbiamo contribuito a mettere in campo, prevedere – ad esempio – di estendere le occupazioni suolo pubblico per i ristoratori.
Sulle municipalizzate occorre redigere un piano nuovo, anche perché dopo l’amministrazione Raggi, queste risultano quasi azzerate dal punto di vista societario. Su Ama occorre puntare su valorizzarne la vocazione industriale anche in collaborazione con l’Acea nell’ottica di una multi-utility che possa garantire un corretto funzionamento del ciclo rifiuti all’insegno dell’economia circolare ma concreta, non un sogno astrato e contraddittorio come quello propugnato dai Cinque Stelle.
Su Atac la situazione è grave: chiediamo di aprire dialogo con gli altri enti pubblici, e qui torna la necessità di una fase costituente sui poteri della Capitale. Seguire l’esempio di Parigi dove, grazie alle nuove competenze e al più largo perimetro di poteri, si è potuto creare nuove infrastrutture e una forte società di trasporto pubblico.
Non ultimo, serve un grande piano per contrastare le nuove povertà insieme al terzo settore e associazionismo ed un’azione di contrasto alle tossicodipendenze che è stato bloccato da Marino e Raggi. Loro hanno chiuso l’ agenzia che se ne occupava e che, con il centrodestra, aveva ottenuto ottimi risultati.
Ovviamente sarà fondamentale puntare al rilancio della cultura, sostenendo cinema e teatri e puntare fortissimo sulla sicurezza urbana perché troppe zone della nostra città sono zone franche in preda a sbandati e delinquenti”.

 

I candidati si tirano indietro: pretattica o il timore che, per colpa della pandemia, non si andrà ancora al voto?
“Non stiamo considerando l’ipotesi di rinvio. Noi ci faremo trovare pronti in ogni caso. È chiaro che tutto ciò che è accaduto con la formazione del nuovo governo ha di fatto determinato che che una scelta politica, su Roma, non sia stata ancora compiuta. Siamo convinti che le decisioni verranno prese al tavolo nazionale. Non ci sarà alcun problema a causa delle differenti scelte rispetto al governo Draghi. Il centrodestra governa insieme diverse Regioni e numerose realtà territoriali: non credo che sarà compromessa l’unità coalizione proprio su Roma e che, anzi, dall’alleanza uscirà un nome forte in grado di farci vincere le elezioni e di governare la Capitale. Perché Roma non è una città come le altre: non ha bisogno di essere amministrata ma di essere governata”.

Giovanni Vasso

Giovanni Vasso su Barbadillo.it

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