Focus Bud Spencer/1. Enrico Vanzina: “Vi racconto Piedone, l’uomo e l’attore”

Barbadillo intervista lo sceneggiatore e regista, figlio di Steno, molto legato a Carlo Pedersoli

Bud Spencer

Nessun attore tedesco in Italia è popolare come Carlo Pedersoli / Bud Spencer lo è in Germania e nei Paesi di lingua tedesca, tanto che il 27 giugno Berlino gli dedicherà un museo. Atleta del nuoto e della pallanuoto, Pedersoli è doppiato in certi film da Glauco Onorato. Quando interpreta Piedone lo sbirro e i tre seguiti, questi con la propria voce, ha l’accento napoletano, eppure né l’interprete, né il personaggio rimangono dialettali. Lo pseudonimo americaneggiante che Pedersoli ha scelto unisce nel nome le prime lettere di Budweiser (una birra) e nel cognome quello di Spencer Tracy. Diventa anche così, con Mario Girotti / Terence Hill, un attore di fama mondiale. 

Di Carlo Pedersoli / Bud Spencer parliamo con Enrico Vanzina, sceneggiatore e regista, figlio di Steno, cioè dello sceneggiatore e regista di undici film con Bud Spencer.  

Signor Vanzina, il sodalizio tra Steno e Bud Spencer nasce con Piedone lo sbirro (1973). Ma già nel 1961, quando Bud è ancora l’ex atleta Carlo Pedersoli, loro si sono incontrati sul set di un film prodotto da suocero, Giuseppe Amato: La ragazza di mille mesi di Steno. Lei ricorda il Pedersoli non ancora Spencer?

Enrico Vanzina

“Ero troppo piccolo. Non ricordo Carlo Pedersoli ai tempi di quel film. Ma l’ho conosciuto molto bene dopo. Soprattutto quando feci l’aiuto regista in Piedone a Hong Kong.  Furono quattro mesi di lavoro fianco a fianco. Diventammo amici. Tanto che, negli anni a seguire, ci sentivamo spesso e ci incontravamo in un bar di via Archimede a Roma. Lunghe chiacchierate amene. Piene di amicizia reciproca. Era una bella persona Carlo. Un grande attore, ma soprattutto un grande uomo”.

Piedone lo sbirro si svolge nella Napoli dell’operazione Blue Moon: eroina distribuita gratis davanti alle scuole medie. Perciò Piedone lo sbirro è anche un film politico, seppur meno de La polizia ringrazia (1972), sempre di Steno. Signor Vanzina, c’è già la sua mano?

“No, non ho mai collaborato alla stesura di quei film. Erano film d’avventura. Ma anche con qualche significato. Se vogliamo trovarci anche qualche risvolto politico, è lecito. Ma non erano mai stati pensati come film politici. Naturalmente, poi, tutto quello che racconta qualcosa, diventa per forza anche politico”.

Pedersoli / Spencer vota a destra, ma il commissario Rizzo / Piedone arresta, non uccide. Il commissario Betti dei film di Girolami e il commissario Tanzi dei film di Lenzi (sempre Maurizio Merli) sono progressisti e giustizieri… Scelta di Steno? 

“Mio padre era liberale. Aveva dei fondamentali suoi. Non cercava di dare colori politici ai suoi personaggi. Cercava di farli essere persone di buon cuore e buon senso”.  

Il film Banana Joe

Dopo Piedone, Bud Spencer diventa per Steno Banana Joe (1982). Pedersoli stesso ha ideato il personaggio. Il film incassa, ma non nasce una serie. Perché?

“Steno non ci aveva mai pensato. Le serie nascono da qualcosa di misterioso. Spesso per ragioni produttive. In quel caso non successe nulla di tutto ciò”.

Ultima collaborazione Steno / Spencer sono i sei episodi tv di Big Man (1988), sceneggiato da Steno, Lucio De Caro, Ottavio Jemma, Simon Michael e lei, signor Vanzina. Anche suo fratello Carlo è stato della partita?

“Io feci pochissimo nella serie Big Man. Aiutai mio padre, ma pochissimo. Carlo non fu della partita. Eravamo molto impegnati in altri progetti nostri. Ricordo la mattina in cui Papà ebbe l’attacco ischemico, mentre si recava sul set. Fu terribile. Si può dire che mio padre è morto sul palcoscenico. Forse era quello che voleva…”.

Steno muore il 13 marzo 1988. Spencer lo ricorderò così: “Steno aveva già portato a termine l’80 per cento della serie. […]. Ho girato dodici [rectius: undici] film con lui. Mi ha insegnato moltissime cose ed è stato uno straordinario compagno d’avventura. Degli uomini rimane ciò che danno agli altri: Steno mi ha dato molto e per me è solo partito”. 

“Anche per me Bud Spencer, l’amico Carlo, è solo partito. In chiesa, durante il suo funerale, ho pianto. E a un certo punto l’ho sentito come darmi una carezza per rassicurarmi. Avevo dimenticato che quelli come lui restano sempre. Lui c’è. Per i suoi cari, per i suoi amici, per me e per milioni di persone che l’hanno amato”.

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Nicola Caricola

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