Il Portogallo nel pallone: un confronto (impossibile) tra Eusébio e CR7

I due giganti del calcio lusitano: due carriere troppo diverse consumate in ere calcistiche imparagonabili, l'una tutta in patria l'altra in Europa

Credo che sia “forzato” o quantomeno “arduo” mettere a confronto i due giocatori più importanti della storia calcistica portoghese e, in assoluto, tra i più dotati calciatori di tutti i tempi: Eusébio e Cristiano Ronaldo. Se non altro perché, oltre ad appartenere a due epoche distanti e distinte, la loro rispettiva storia calcistica ai massimi livelli differisce, e di molto, in termini sia di dislocazione e opportunità che di longevità fisico-atletica. Nonostante ciò, e succintamente, scorriamone le carriere e soffermiamoci sui “numeri” di entrambi.

 

Eusébio da Silva Ferreira nasce in un quartiere molto povero di Maputo (già Lourenço Marques), capitale del Mozambico, il 25 gennaio 1942; quindi, in piena epoca coloniale, quando il Paese africano era una delle Province d’oltremare del Portogallo. Inizia la sua carriera calcistica all’età di quindici anni proprio in Mozambico, per poi, alla fine del 1960, trasferirsi in Portogallo, dove, dopo un’accesa disputa sul contenderselo tra lo Sporting e il Benfica, approda in quest’ultima società, debuttando in una partita amichevole contro l’Atlético CP, nello Estádio da Luz di Lisbona, il 23 maggio 1961, sfida conclusasi sul 4-2 con una tripletta dello stesso Eusébio.

Nel corso dei suoi ventidue anni da calciatore – dal 1957 al 1979 – quindici li trascorre ininterrottamente tra le file benfichiste, vincendovi, dal 1960-1961 al 1974-1975, ben undici campionati nazionali, cinque coppe di Portogallo e una coppa campioni – quella della settima edizione (1961-1962), in cui il Benfica, allenato dall’ungherese, naturalizzato austriaco, Béla Guttman, nella finale di Amsterdam (2 maggio 1962) batte il Real Madrid di Alfredo Di Stéfano e Ferenc Puskás per 5-3, con due gol dell’allora ventenne Eusébio (ricordo come il Benfica – sempre allenato da Béla Guttman, ma senza Eusébio in campo – abbia vinto anche l’edizione precedente, la sesta, della coppa campioni, sconfiggendo in finale, a Berna, il 31 maggio 1961, il Barcellona di Luis Suarez e Zoltán Czibar per 3-2). Senza dimenticare, a proposito della coppa campioni, le tre finali giocate da Eusébio, sempre vestendo la maglia benfichista, nel 1962-1963 (finale persa a Londra il 22 maggio 1963 contro il Milan di Nereo Rocco per 2-1: dopo essere andato in vantaggio con un gol di Eusébio, il Benfica verrà raggiunto e superato da una doppietta di José Altafini), 1964-1965 (finale persa a Milano il 27 maggio 1965 contro l’Inter di Helenio Herrera per 1-0, con gol di Jair da Costa) e 1967-1968 (finale persa ai supplementari a Londra il 29 maggio 1968 contro il Manchester United per 4-1). Peraltro, ha vinto un Pallone d’oro nel 1965 (conquistando anche il secondo posto nel 1962 e nel 1966) e due volte la Scarpa d’oro, nel 1968 (l’anno della prima edizione del trofeo) e nel 1973.

Nel corso dell’ottava edizione del campionato del mondo svoltasi in Inghilterra, quella del 1966, e in cui per la prima volta viene soprannominato Pantera Nera, Eusébio diventerà una stella del firmamento calcistico; contribuendo nelle file del Portogallo prima a eliminare, nella terza e ultima fase a gironi, e con due suoi gol, il Brasile di Pelé per 3-1, e poi a conquistare, con un suo gol su rigore, il terzo posto nella partita vinta per 2-1 contro l’Unione Sovietica. Inoltre, segnando un totale di nove gol, sarà il migliore marcatore del mondiale calcistico di quell’edizione.

Nel corso della sua carriera Eusébio soffre vari infortuni, alcuni molto gravi, sottoponendosi a ben sei operazioni al ginocchio sinistro e una al ginocchio destro. Ciononostante continuerà a giocare, anche dopo aver lasciato il Benfica, nel giugno del 1975. Difatti, prima di ritirarsi definitivamente, nel 1979, ed entrare a far parte del comitato tecnico della nazionale portoghese, Eusébio giocherà, pur se con risultati non eccellenti, sia in due squadre minori portoghesi – il Beira-Mar, in prima divisione, e l’União de Tomar, in seconda divisione – sia in alcuni club calcistici, sempre minori, degli Stati Uniti, Messico e Canada.

Quanto ai centri realizzati, Eusébio ha segnato, in tutta la sua carriera, 625 reti in 633 partite ufficiali disputate, di cui 473 reti in 440 partite nel Benfica e 41 reti su un totale di 64 presenze in nazionale. Numeri importanti, alla stregua di quelli precedentemente riportati; e peraltro supportati da precipue caratteristiche di gioco di Eusébio, quali un’ottima tecnica individuale, notevoli qualità acrobatiche, una grande forza fisica, un modo di calciare forte e preciso, che gli ha consentito di segnare molti gol dalla lunga distanza, nonché rapidità e velocità eccezionali, tanto da riuscire a correre in età adolescenziale i 100 metri in 11 secondi. Quindi, un giocatore completo e non soltanto un goleador “sotto porta”, capace anche dal centro del campo con il pallone nei piedi di arrivare come una saetta, dopo una serie di dribbling, fino all’area di rigore avversaria e depositarlo direttamente in rete, nonché di riuscire a vincere alcune partite quasi da solo: tutte qualità, ovviamente, da autentico fuoriclasse! Tutto ciò giustifica e disvela perché il nome di Eusébio compaia in tutte le classifiche dei migliori calciatori d’ogni tempo stilate da critici calcistici, organismi ufficiali e testate giornalistiche.

La famosa rivista calcistica World Soccer, a seguito di un sondaggio realizzato e pubblicato nel 1999, lo ha inserito al decimo posto tra i cento più forti giocatori del XX secolo. L’anno successivo, nel 2000, l’International Federation of Football History & Statistics (IFFHS) lo ha ritenuto il nono migliore calciatore del XX secolo. Nel 2004 la FIFA, nello stilare con la supervisione di Pelé una lista contenente centoventicinque nomi ritenuti come i maggiori calciatori viventi al momento della stesura (50 in attività e 75 non in attività) ha inserito anche il nome di Eusebio. Lo stesso anno figura al settimo posto nella UEFA Golden Jubilee Poll, un sondaggio online – con la risposta da parte di oltre centocinquanta mila persone e oltre sette milioni di voti prodotti – che riguardava la scelta, su una rosa di duecentocinquanta calciatori, dei primi dieci preferiti delle cinque decadi precedenti.

Già colpito da un ictus nel giugno 2012, Eusébio, la leggenda del calcio portoghese, si è spento a Lisbona sette anni fa, più precisamente il 5 gennaio 2014, pochi giorni prima che compisse settantadue anni, a causa di un arresto cardiaco. A seguire la sua morte, il governo portoghese dichiarò tre giorni di lutto nazionale. Un anno e mezzo dopo, il 3 luglio 2015, le sue spoglie sarebbero state traslate dal Cimitero del Lumiar al Pantheon Nazionale, dopo che il feretro, coperto dalla bandiera portoghese e scortato da 54 poliziotti a cavallo, aveva toccato vari luoghi simbolo della vita di Eusébio, tra i quali non poteva mancare il “suo” Estádio da Luz.

 

 

Cristiano Ronaldo dos Santos Aveiro nasce a Funchal (Isola di Madeira) il 5 febbraio 1985. Ha solo otto anni quando inizia la sua formazione da calciatore nelle file giovanili del CF Andorinha, una squadra madeirense di terza divisione in cui il padre fa il magazziniere. Nel 1993 si trasferisce al Nacional, la squadra più importante di Madeira, per poi, nel 1997, approdare allo Sporting di Lisbona. Dopo aver giocato prima nelle giovanili e poi nella squadra B del club lisbonese, debutta nella Primeira Liga il 29 settembre 2002 contro il Braga. Nel corso della sua prima e unica stagione (2002-2003) allo Sporting di Lisbona disputa, tra campionato, coppe nazionali e internazionali, un totale di trentuno partite, segnando cinque gol.

Nel 2003 il precoce talento di Cristiano Ronaldo richiama l’attenzione di Alex Ferguson, l’allora allenatore del Manchester United, che era alla ricerca del sostituto di David Beckhman, trasferitosi in quell’anno al Real Madrid. Cosicché, acquistato per quindici milioni di euro, Ronaldo esordisce con i Red Devils il 16 agosto 2003 contro il Bolton. Ha solo diciotto anni e indossa fin dall’inizio la maglia numero 7, la più amata dai tifosi per essere appartenuta oltre che a David Beckhman ad altri precedenti grandi campioni come George Best e Éric Cantona; peraltro, da qui discenderà l’acronimo o soprannome di CR7, che identifica appunto il nome del calciatore e la sua maglia. Resta al Manchester United sei stagioni (2003-2004 / 2008-2009), vincendo tre campionati inglesi di seguito (dal 2006-2007 al 2008-2009), una coppa d’Inghilterra (2003-2004), due coppe di lega inglesi (2005-2006 e 2008-2009), una supercoppa inglese (2007), una coppa campioni (2007-2008) e una coppa del mondo per club (2008). Nel Manchester United somma un totale di 292 partite e 118 reti. Inoltre, nel corso del suo penultimo anno di permanenza nei Red Devils (2008), vince sia il suo primo Pallone d’oro che la sua prima Scarpa d’oro, nonché il FIFA World Player of the Year, ossia, il premio di miglior calciatore del mondo di quell’anno.

Nell’estate del 2009 il Manchester United acconsente a che Cristiano Ronaldo si trasferisca al Real Madrid per novantaquattro milioni di euro, la somma più alta mai spesa dal club madrileno, che quello stesso anno compra altri giocatori di livello mondiale (quali Kaká dal Milan, Xabi Alonso dal Liverpool e Karim Benzema dall’Olympique Lyonnais). Cristiano Ronaldo esordisce nella Liga, con la maglia numero 9 (per poi l’anno dopo indossare la numero 7, appartenuta a Raúl fino al momento di lasciare il club e trasferirsi in Bundesliga nello Schalke 04), il 29 agosto 2009, nell’anticipo della prima giornata, Real Madrid-Deportivo la Coruña (3-2), segnando il suo primo gol con la squadra madrilena su calcio di rigore. Gioca nel Real Madrid nove stagioni (2009-2010 / 2017-2018), contribuendo a fargli vincere con i suoi gol due campionati nazionali (2011-2012 e 2016-2017), due coppe di Spagna (2010-2011 e 2013-2014), due supercoppe di Spagna (2012 e 2017), quattro coppe campioni (2013-2014, 2015-2016, 2016-2017 e 2017-2018), due supercoppe d’Europa (2014 e 2017) e tre coppe del mondo per club (2014, 2016 e 2017). Il totale delle partite giocate nelle file dei merengues sarà 438, realizzando un totale di 450 reti. Inoltre, nel corso dei nove anni di permanenza nella squadra madrilena Cristiano Ronaldo avrà modo di vincere diversi premi individuali. Ricordo i più importanti tra quelli ottenuti in campo internazionale: i quattro Palloni d’oro (2013, 2014, 2016 e 2017), le tre Scarpe d’oro (2010-2011, 2013-2014 e 2014-2015), i tre premi come migliore calciatore europeo della stagione, UEFA Best Player in Europe (2013-2014, 2015-2016 e 2016-2017), e i due premi come migliore giocatore al mondo dell’anno, The Best FIFA Men’s Player (2016 e 2017).

Il 10 luglio 2018 il Real Madrid esce con il comunicato del trasferimento di Cristiano Ronaldo alla Juventus, ufficialmente confermato poche ore dopo dalla stessa società torinese, per cento milioni di euro: la cifra più alta in assoluto pagata per l’acquisto di un giocatore da parte di una società calcistica italiana. Esordisce il 18 agosto a Verona, Chievo-Juventus (2-3), senza tuttavia segnare. L’appuntamento con il gol è rimandato alla quarta giornata, ossia, al 1° settembre, in casa contro il Sassuolo, partita vinta dalla Juventus 2-1, con doppietta dello stesso Cristiano Ronaldo. Nel corso della sua prima stagione alla Juventus gioca trentuno partite, contribuendo con le sue ventuno marcature a farle vincere il 35mo scudetto (2018-2019). Il 16 gennaio 2019 una sua rete a Gedda, in Arabia Saudita, risulta decisiva per la vittoria di 1-0 dei bianconeri sul Milan, che conquistano così la loro ottava supercoppa italiana. Nel campionato successivo (2019-2020), vinto ancora una volta dalla Juventus, Cristiano Ronaldo gioca trentatré partite e segna trentuno reti, aggiudicandosi il titolo di miglior marcatore. Lo scorso 20 gennaio, a Reggio Emilia, marcando il primo gol contribuisce a far vincere alla Juventus contro il Napoli (2-0) la nona supercoppa italiana. Nella stagione in corso (2020-2021), con i dati ovviamente parziali e aggiornati al 3 aprile 2021 (Torino-Juventus 2-2, con il secondo gol, quello del pareggio, segnato dallo stesso Ronaldo), ha totalizzato finora 25 presenze e realizzato 24 reti. Occorre dire come l’acquisto di Cristiano Ronaldo da parte della Juventus avesse come primo obbiettivo la conquista della coppa campioni, vinta dai bianconeri solo due volte, nel 1984-1985 e nel 1995-1996 (e con sette secondi posti). Com’è noto, obiettivo non centrato dalla Juventus, neppure quest’anno, per essere stata eliminata dal Porto agli ottavi di finale. Ricapitolando, i “numeri” di Cristiano Ronaldo alla Juventus in termini di presenze e reti segnate, tra campionato, coppe nazionali e internazionali, aggiornati al 3 aprile 2021, sono, rispettivamente, 124 e 96.

Quanto alle nazionali portoghesi, dopo aver giocato dal 2001 al 2003 nelle rappresentative calcistiche Under-15, Under-17, Under-20 e Under-21, con un totale di 31 presenze e 16 gol realizzati, Cristiano Ronaldo è convocato per la prima volta nella nazionale maggiore il 20 agosto 2003, in occasione di una partita amichevole contro il Kazakistan e vinta dal Portogallo per 1-0. Complessivamente gioca fino ai primi di giugno del 2004 sette partite amichevoli (senza segnare alcuna rete), tutte di preparazione al campionato d’Europa 2004, disputato dal Portogallo in casa, il quale, arrivato in finale, perde con la Grecia per 1-0 (in sei partite giocate, Cristiano Ronaldo segna due reti delle otto totali realizzate dalla squadra portoghese).

A partire dal 2007, in occasione delle qualificazioni per Euro 2008, diventa capitano della nazionale. E da capitano porta la selecção portuguesa a vincere il campionato d’Europa 2016, con la finale giocata il 10 luglio a Saint-Denis contro la Francia e conclusasi ai tempi supplementari per 1-0 appunto a favore del Portogallo (delle nove reti totali realizzate dai portoghesi nel corso delle sette partite giocate tre sono di Cristiano Ronaldo). Tre anni dopo, e sempre da capitano, guida la sua nazionale alla conquista della prima edizione dell’UEFA Nation League (2018-2019), giocata in casa e vinta anche grazie alla sua tripletta in semifinale contro la Svizzera; il Portogallo disputa la finale contro l’Olanda, il 9 giugno a Porto, vincendo per 1-0. Sicché, il ruolo di Cristiano Ronaldo è stato di certo fondamentale quanto agli unici due trofei in campo europeo finora conquistati dalla nazionale di calcio portoghese.

Fermo restando che il trentaseienne madeirense, con i suoi 187 cm di altezza e 85 kg di peso continua a essere più che integro nel fisico (da lui meticolosamente curato, allenato e migliorato al millesimo quanto non solo a tecnica ma anche a resistenza, velocità ed elevazione), resterà in attività – e per quanti anni ancora non è dato sapere! –, in termini di “numeri” totali, ad oggi, ha realizzato 772 reti in 1058 partite, di cui 669 reti in 885 partite nei club (Sporting di Lisbona, Manchester United, Real Madrid e Juventus) e 103 reti su un totale di 173 presenze in nazionale. Cifre impressionanti e che ne fanno di certo – anche in considerazione dei tanti premi individuali finora ottenuti nonché dei record personali in numero tale che non si contano – uno dei due calciatori in attività (l’altro è la “Pulce” Lionel Messi) più forti al mondo.

 

https://www.youtube.com/watch?v=vUyXa1SOeXQ

 

 

Tutto questo, tuttavia, rende impossibile o perlomeno “arduo” – per quanto mi riguarda almeno – comparare Cristiano Ronaldo ed Eusebio. A parte i tanti infortuni gravi sofferti da quest’ultimo (con sette operazioni alle ginocchia, come già ricordato) che di certo gli hanno impedito di giocare più incontri di quelli da lui effettivamente giocati nel corso dei quindici anni trascorsi nel Benfica e dei dodici anni di presenza in nazionale, tale impedimento si riconduce anche al fatto indiscutibile che rispetto all’epoca calcistica in cui giocò Eusebio odiernamente si disputano un numero maggiore di partite, a livello sia di coppe internazionali che di competizioni tra squadre nazionali. Oltretutto, la carriera calcistica di Eusebio s’identifica sostanzialmente con il solo Benfica, di cui è stato e sempre sarà l’uomo-simbolo per eccellenza. Al contrario di Cristiano Ronaldo che ha potuto fruire delle condizioni vantaggiose di giocare in tre dei Paesi europei calcisticamente più evoluti, ovvero, Inghilterra, Spagna e Italia, e in squadre del calibro del Manchester United, Real Madrid e Juventus.

Qualcuno potrebbe obiettare: ma i “numeri” sono tutti a favore di Cristiano Ronaldo! Effettivamente è così se si parla dei “numeri” totali e presi singolarmente…. Tuttavia, se si confrontano tali “numeri” in termini di media risultante tra reti realizzate e partite giocate ecco che i rapporti s’invertono. Nell’intera rispettiva carriera registriamo un totale di 625 reti in 633 partite quanto a Eusebio (media: 0,99 reti a partita) e un totale di 772 reti in 1058 partite quanto a Cristiano Ronaldo (media: 0,73 reti a partita). Eusebio nel Benfica ha totalizzato 473 reti in 440 partite (media: 1,07 reti a partita), Cristiano Ronaldo nei quattro club in cui finora ha giocato ne ha totalizzato 669 in 885 partite (media: 0,76 reti a partita). In nazionale, Eusebio ha segnato 41 reti su un totale di 64 presenze (media: 0,64 reti a partita), Cristiano Ronaldo ne ha segnato 103 su un totale di 173 presenze (media: 0,59 reti a partita).

In conclusione, volendo mettere d’accordo i sostenitori, soprattutto portoghesi, sia di Eusébio sia di Cristiano Ronaldo, si potrebbe dire che il primo ha dato lustro, calcistico e sportivo insieme, al Portogallo dall’interno e il secondo lo ha dato e continua a darlo dall’esterno!

Brunello Natale De Cusatis

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