Mbappé un marziano nella neve: il Psg passa nella bufera di Monaco

In Champions League i transalpini superano il Bayern in casa e "vendicano" la finale perduta l'anno scorso

Mbappè
Mbappè

Nel cuore di una bufera di neve, a strappare la scena a Monaco di Baviera, non sono stati granelli di ghiaccio ma i calciatori di Bayern Monaco e Paris Saint Germain, impegnati nel match di cartello dei quarti di finale di Champions League.

Tutti lo attendevamo e le aspettative sono state sin da subito ripagate: pronti via, e traversa di Chupo-moting, eroe per sbaglio dei parigini dell’anno scorso, in veste di unico lanciere in attacco per uno spuntato Bayern. Un minuto dopo è l’estro del brasiliano Neymar e dell’argentino Di Maria a dare il via all’azione che porta i parigini in vantaggio con l’uomo che aveva fatto crollare le fondamenta del Camp Nou qualche settimana fa, Mbappé.

Dopo soli 3 minuti l’equilibrio è già stato alterato, complice la papera di un uomo che di solito errori non ne commette, come Neuer, ma si sa, in situazioni non convenzionali è il paradosso a regnare. Così, si riparte. La precisione teutonica nel creare azioni rimane immutata così come la tranquillità nel palleggio, però il campo di gioco si sente orfano di grandi interpreti, tant’è vero che le azioni rimangono senza finalizzazione. Si gioca in realtà tra attaccanti improvvisati contro difensori improvvisati ed è questo ad aumentare la bellezza della partita.

Infatti, il Bayern deve fare a meno di Lewandowski, Gnabry e Douglas Costa. I primi due, da soli sono autori di quasi la totalità dei gol della squadra di Monaco. Il Paris, invece, è a corto di terzini e centrali, l’unico rimasto è Marquinhos, che intorno al 25’ del primo tempo accusa un fastidio e chiede il cambio. Il sostituto, Ander Herrera, professione centrocampista, è pronto a bordo campo, ma Neymar decide di regalare al centrale brasiliano una nuova soddisfazione, prima di farlo uscire e gli pennella un sinistro incredibile che lo lancia a tu per tu con Neuer: 0-2. Marquinhos allora esce onusto di gloria e Danilo, da centrocampo viene arretrato in difesa. Così si completa la linea a quattro improvvisata della retroguardia parigina. L’unica costante è l’impegno profuso nel proteggere la porta. Questa barriera, però, crolla a causa di Chupo-Moting, che punisce la sua ex squadra, come ogni buon copione avrebbe previsto. Termina il primo tempo, ma le occasioni per la banda rossa continuano a fioccare con la stessa frequenza dei granelli di neve, intervallate da due sparute sortite offensive del Paris.

C’è tempo per la gloria anche per l’immortale Muller, che in girata di testa colleziona il 2-2 su pennellata di un altro maestro del centrocampo, come Kimmich, che pare essere il degno erede di Kroos.

A queste condizioni, però, un fenomeno del calibro di Mbappé non ci sta, e decide di partire in progressione solitaria e come in uno slalom tra birilli, aumenta la frequenza dei passi, ne fa 10 in pochi metri, poi finta di tiro e non appena vede aprirsi lo spazio tra la gambe di Boateng e il palo di Neuer, trafigge i bavaresi con un destro tagliente sul primo palo. Questo ragazzo, diventa il più giovane a siglare 27 reti nella Champions League, ma pare tutto normale, non sente pressioni e continua a correre e spargere il panico. Il Bayern non si arrende, ma il tempo finisce e condanna la squadra di Monaco ad una sconfitta in casa per 2-3 nonostante a referto ci siano 25 tiri in porta e 14 calci d’angolo contro i soli 5 tiri dei parigini.

La differenza, questa volta l’ha fatta la qualità dell’attacco, non l’esiguità delle difese. In una partita così surreale, tra la neve e gli infortuni non resta altro che godersi i fuoriclasse, apprezzare le sfide ed i duelli di calciatori in ruoli improvvisati e guardare con fiducia al ritorno. Perché alla fine il calcio è semplice, e a vincere e divertire spesso è chi attacca meglio e con più uomini, non chi pensa troppo alla propria porta inviolata.

 

Stefano Coropulis

Stefano Coropulis su Barbadillo.it

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