Fino alla Fine. Conte e la misura della vittoria dell’Inter (nel decennio di egemonia juventina)

Riflessioni in bianconero: il titolo dei nerazzurri è memorabile solo perché interrompe la striscia straordinaria di successi della Vecchia Signora

Antonio Conte

Ricordo molto bene, ovviamente, quel 3 novembre 2012 nel quale l’Inter, allora guidata da Andrea Stramaccioni (il quale toccò quel giorno il momento apicale della sua carriera di allenatore), sconfisse la Juventus per 3-1 a Torino. Nella circostanza, i nerazzurri impedirono alla Juve di conseguire i cinquanta risultati utili consecutivi allo Stadium, fino a quel momento “inviolato” dal giorno della sua inaugurazione. In piccolo, si trattò di qualcosa di analogo a ciò che si è realizzato sabato scorso, quando l’Inter ha strappato lo scudetto alla Juventus dopo che quest’ultima lo aveva vinto addirittura per nove anni consecutivi.

L’Inter e i suoi tifosi, dunque, possono compiacersi di aver impedito per la seconda volta alla Juventus di raggiungere una “cifra tonda”. Sono soddisfazioni, come si suol dire. E riguardo alla seconda delle due “imprese”, Antonio Conte, attuale tecnico dell’Inter “juventinizzata” voluta dal proprietario nerazzurro Suning, si è recentemente detto convinto di avere conseguito un risultato di portata storica, ossia «far cadere il regno della Juventus che durava da nove anni». Come si vede, è lui stesso a sottolineare, forse senza rendersene pienamente conto, che se lo scudetto interista merita di essere considerato memorabile, lo si deve esclusivamente alla Juventus e a quanto di straordinario essa ha fatto negli ultimi tremila e rotti giorni. Insomma, Conte (che era il tecnico dei bianconeri quando Stramaccioni e i suoi fecero il blitz sopra ricordato) non sbaglia a dire di aver contributo in modo decisivo a scrivere una pagina di storia. Ma a patto di tenere ben presente che – proprio come in occasione del primo dei leggendari nove campionati di fila, vinto dai bianconeri con lui in panchina – quella di cui parla il mister leccese non è storia dell’Inter bensì, ancora una volta, storia della Juve.

Giuseppe Pollicelli

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