Boxe. Lerrone Richards batte De Carolis, fine della corsa per il pugile italiano?

Con il verdetto unanime dei giudici Richards si aggiudica il titolo europeo dei supermedi. Vicino ai 37 anni, l’ex campione mondiale e italiano potrebbe pensare al ritiro

Non tutto va come vorremmo, come dovrebbe andare. Il valore e la fermezza non sempre bastano a raggiungere il traguardo tanto agognato. Resta in ogni caso la dignità dei forti, di chi non si arrese alle tempeste terribili della vita, ai colpi martellanti delle delusioni. Giovanni De Carolis, pugile pluridecorato, ha il volto segnato dal sacrificio, sui guantoni le lacrime e il sudore accumulati durante un lungo cammino di privazioni, di rinunce, eppure sublimato dagli strepitosi successi tra cui brilla (inevitabilmente) la cintura mondiale conquistata nell’oramai lontano 2016. Ma, solo sabato notte, nell’evento della Manchester Arena, ha dovuto arrendersi -ed era pure prevedibile- alla furia giovanile dell’imbattuto Lerrone Richards: in palio il vacante titolo europeo dei supermedi, che avrebbe permesso all’ex campione italiano di aggiungere alla sua bacheca il trofeo mancante del ciclo e di tentare l’ultimo assalto per il trono massimamente ambito in qualunque carriera professionistica.

Richards e il vento della giovinezza

Scattante, dinamico, nei pugni la fresca baldanza della gioventù: Lerrone Richards ha investito come un treno i sogni impolverati dell’azzurro. E meritoriamente, ai punti, ha conquistato senza troppe difficoltà il titolo EBU della sua categoria. L’esuberanza del britannico non è stata tuttavia sufficiente per lasciare al tappeto De Carolis. Che, nonostante il verdetto (scontato), ha tenuto testa per dodici riprese agli attacchi dell’antagonista, non volendone sapere di desistere e di abbandonare prima del limite la contesa. Una magra soddisfazione? Probabile. De Carolis è parso decisamente interdetto, non è riuscito a impensierire in nessuna occasione l’avversario; mai, nel corso della gara, ha davvero sperato di poter convertire il risultato per sbeffeggiare i pronostici che l’avevano dato sfavorito. Avranno pesato i trentasei anni suonati, l’ampio frangente di astinenza. Vi sono pochi dubbi a riguardo. Ma bisognerebbe anche esaltare la generosità, l’agonismo disperato di un pugile che ha preferito il combattimento alla facile rinuncia, l’audacia alla comoda razionalità. Il ring ha premiato Richards: è vero. La decisione schiacciante dei giudici lo dimostra. Al nostro portacolori vanno però riconosciuti l’abnegazione e il coraggio; che -a volte- regalano a chi sa resistere una delle consolazioni più aspre e insieme affascinanti. Quella che incorona, appunto, l’orgoglio tragico dei vinti.

Il futuro dell’italiano

La serata di sabato suggerisce la fine di una delle pagine più avvincenti nella storia della boxe tricolore. De Carolis non è più il ragazzino del mondiale, e il tempo ha evidentemente incrostato i propositi e le ambizioni che sin dagli inizi l’avevano ispirato. Se avesse riportato un successo contro l’inglese, probabilmente adesso staremmo aspettando di vederlo nuovamente festeggiare sul tetto del mondo: ma la campana sembra sia suonata definitivamente, considerando che nel breve periodo non vi saranno altre chance rilevanti per cui battersi. “Grazie a ognuno di voi per ogni pensiero che avete avuto per me -ha scritto il pugile romano sui suoi canali social-, prima, durante e dopo questa avventura. Non ci sono scuse o circostanze da cercare. Complimenti al mio avversario, punto. Quando si vince è tutto un po’ più semplice, nella sconfitta sicuramente no, ma di certo si impara molto. Vi voglio bene.”

Al di là di ogni possibile previsione, sarà De Carolis a rendere noto il responso finale. Nella consapevolezza di essersi donato intero al pugilato nazionale, di aver incantato con il suo sangue e le sue imprese tutti gli amanti della nobile arte. Che per questo, comunque vada, non smetteranno di essergli riconoscenti.

Domenico Pistilli

Domenico Pistilli su Barbadillo.it

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