Correva l’anno 2007. Era estate. Avevo preso parte alla prima conferenza stampa del movimento Decidere.net fondato da Daniele Capezzone. 13 cantieri per l’Italia, così recitava il sottotitolo. Tutto un tripudio di arancione. A partire dal logo. Arancione, che è colore derivato, non primario. Un colore che sta un po’ di qua e un po’ di là. Svelamento cromatico della toponomastica capezzoniana di allora, Capezzone si era, infatti, appena smarcato dai Radicali Italiani di cui era stato segretario.
I 13 punti del manifesto, così sosteneva Capezzone, erano lì, a disposizione delle forze politiche che avrebbero avuto intenzione di riformare questo paese. Non c’era lo spread allora, la crisi era da venire. Ricordo che a Fiumicino, alla sera, mentre mi imbarcavo sul volo che mi avrebbe riportato a Torino, incontrai diversi imprenditori piemontesi che avevano partecipato alla conferenza stampa fiduciosi per le idee e nella persona. Ecco.
Per non parlare, poi, dei tanti giovani che ci credevano e che si rendevano disponibili per promuovere l’iniziativa attraverso blog, web radio, web magazine. Alcuni di quei giovani dovevano veramente crederci e qualcuno di loro avrà collaborato con Wikipedia. Non si spiegherebbe altrimenti la voce “decidere.net” sull’enciclopedia libera per un movimento che non arrivò alla vendemmia. Già, perché la conferenza stampa di fondazione fu unica e sola.Qualche mese dopo, a Ottobre, un sms bene informato recitava così: “Ha chiuso solo per lui”. Ecco “lui” era Daniele Capezzone, il quale ad Arcore avrebbe dovuto trattare con Silvio Berlusconi il traghettamento della piattaforma programmatica del movimento all’interno di Forza Italia. Chiuse solo per lui, invece. Divenne portavoce di Forza Italia un giorno prima che con il predellino 2, Berlusconi diede vita al Popolo delle Libertà liofilizzandone il ruolo. I delusi si lasciarono sfuggire l’amarezza con battute sapidissime. Ne ricordo una: “Capezzone ha fatto Kakà”.
Oggi Capezzone non fa altro che rilanciare idee vecchie di 7 anni. Oggi in un ebook ieri in un network. Ieri in arancio oggi in blu. La sensazione è che non ci sia la volontà di farle determinate cose, in Italia. A destra come a sinistra. E che anche questa volta sarà solo una sponda per un personalissimo balzello.
Renzi come una enorme balena bianca, il bianco si abbina con tutto, vince e convince perché in lui gli italiani, e chi comanda veramente in Italia, hanno visto, come in Berlusconi, il rappresentante di una forza di conservazione vestita con i colori del cambiamento.