Francisco Roman Alarcon Suarez fino a sabato pomeriggio era un Isco qualunque, con un piede e mezzo fuori dal Real Madrid delle stelle. Protagonista indiscusso delle chiacchiere di mercato e delle soporifere fotogallery. Poi ha incontrato i bricconcelli della comitiva di Ventura, l’insostenibile Italietta e s’è fatto Cid Campeador.
Così va il pallone, gira e rotola. Oggi sei sul mercato, da svincolato, domani sei l’eroe di una nazione. Isco ha indovinato un partitone. Due gol e una serie di giochi di prestigio che ancora Verratti e compagni hanno il mal di testa.
Eleganza e determinazione hanno segnato la partita del Santiago Bernabeu. Con la complicità di un legnosissimo Buffon che s’è lasciato sfuggire una punizione non esattamente imprendibile, e di un imbambolato Verratti che ancora cerca di recuperare la posizione perduta, mentre il suo “buco” fa da preludio al colpo di biliardo che strega definitivamente l’Italia.
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Isco ha dimostrato di essere un talento eccezionale, che magari merita un po’ di considerazione in più. Zidane, che lo coccola, è pronto a concedergliela. Non sarà facile in uno spogliatoio come quello del Real dove ci sono più stelle che alla serata degli Oscar. Finirà almeno, grazie al sacrificio degli azzurri, la sequela di cattiverie e malignità sul suo conto. In primavera, si arrivò addirittura a sussurrare che l’unico motivo che lo teneva ancora a Madrid fosse da trovare nell’alcova di una dolcissima modella castigliana col vezzo del rossetto scuro.
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La verità è che il centrocampista – concupito dalla Juventus di Allegri, invano – è stato capace di superare sempre e comunque l’uomo forte del nostro centrocampo, il marsico Marco Verratti. Nel calcio sono i gesti che parlano più di mille moviole. Nel duello, l’hidalgo qualunque sfronda le ambizioni dell’avversario e lo annichilisce, diventando, almeno per una notte, l’eroe di casa. Come Zorro che disarma il sergente Garcia, Isco – tra le altre diavolerie – s’è inventato persino un tunnel ai danni del povero centrocampista italiano. Stavolta è andata così e dato il livello preoccupante della piccola Italia venturiana, non poteva andare diversamente.