Ora che ai nastri di partenza è pronta la griglia degli aspiranti governatori, in Campania è tempo di mettere mano alle liste. Vincenzo De Luca, presidente uscente, è dato per vincitore e non ha che problemi di abbondanza: già si annunciano tanti nuovi arrivi (per lo più dal centrodestra) per correre in soccorso alla sua candidatura. Stefano Caldoro, che aspira a riprendersi il posto scippatogli proprio da De Luca nel 2015, ha problemi opposti: le candidature languiscono, le liste sono in fieri e Forza Italia, in Campania, si gioca la battaglia della vita. In mezzo a loro, Valeria Ciarambino del M5s che sogna lo sgambetto non riuscito cinque anni fa.
Arriva Berlusconi?
L’indiscrezione è di quelle forti: Silvio Berlusconi potrebbe essere direttamente della partita alle regionali campane. Era già da qualche settimana che girava, come scheggia impazzita nelle asfittiche anticamere del centrodestra, l’ideuzza di una sua candidatura diretta. Potrebbe essere candidato capolista a Napoli. Forse anche a Caserta e Salerno. Nel capoluogo per le ovvie ragioni di numeri e di simpatia che Berlusconi ha sempre riscosso in città, dove Forza Italia resta sempre forza maggiore del centrodestra, nonostante le vacche magre. A Salerno si tratterebbe di una sfida diretta a De Luca: scippare quanti più voti possibili (anche di lista) al governatore, proprio nella sua cassaforte elettorale. L’impegno diretto di Berlusconi servirà, almeno a Napoli, a colmare un buco enorme: quello dell’assenza di Armando Cesaro che, pochi giorni fa, ha scelto di fare “un passo di lato” e non ripresentare la sua candidatura. Amedeo Laboccetta si chiede se sarà sufficiente: “Ma basterebbe questo per capovolgere un risultato che vede De Luca crescere giorno dopo giorno? Non sarebbe utile inserire nelle liste tutti i parlamentari campani, i consiglieri comunali di Napoli, e perché no anche gli eurodeputati?”. In realtà, a prescindere dal fatto se Berlusconi deciderà davvero di candidarsi o se la voce si rivelerà una boutade, il Cav – se andrà tutto come deve andare – seguirà da vicinissimo la campagna elettorale di Stefano Caldoro e garantirà la sua presenza a Napoli e in Campania.
Un rapper contro De Luca
Intanto il M5s ha scelto di candidare, in lista, Luca Caiazzo. Meglio noto come Lucariello, Caiazzo è “il primo rapper candidato della storia”, almeno in Italia. Si era già presentato alle parlamentarie di Napoli, dove aveva tentato di conquistare la candidatura alle suppletive al Senato. Le parlamentarie le vinse Luigi Napolitano che, alla prova del voto, fu battuto da Sandro Ruotolo sostenuto dall’inedita alleanza Pd-Dema. Caiazzo ora proverà a farsi eleggere al consiglio regionale della Campania. E nei giorni scorsi ha pubblicato un video che è (molto) più di una discesa in campo. Il rapper, infatti, ha dedicato al governatore uscente Vincenzo De Luca un “dissing”, cioé un brano di profonda critica intitolato ‘O scé Riff, gioco di parole che assomma l’epiteto di “sceriffo” di cui l’ex sindaco di Salerno si fregia da anni e lo mette in contrapposizione, anzi lo “trancia” in “ ‘o scé” (che starebbe per scemo) e il termine musicale riff. Intanto domani il M5s presenterà ufficialmente tutti i candidati delle liste. L’evento è in programma al teatro Sannazaro di Napoli.
Pioggia di critiche
Tornando al centrodestra, ha fatto molto discutere la scelta del casertano Gimmi Cangiano – già coordinatore regionale di Fratelli d’Italia – di utilizzare, come slogan della sua campagna elettorale, il “me ne frego”. In pochi giorni Cangiano s’è guadagnato gli strali di buona parte della sinistra nazionale, dell’Anpi, nonché la citazione su Repubblica e Fatto Quotidiano. Una “visibilità” di cui forse sia lui che il partito forse avrebbero preferito fare a meno dal momento che ha rinfocolato la polemica su fascismo/antifascismo su scala nazionale ma che, dal punto di vista delle elezioni regionali dove contano le preferenze sui territori, rischia di risultare completamente inutile se non addirittura controproducente. Nel Casertano, infatti, si gioca una delle battaglie più importanti per ridisegnare le gerarchie interne al centrodestra. Fratelli d’Italia non può lasciare alla Lega (che conta sul neo-arrivato Zinzi) e a Forza Italia (storicamente forte sul territorio) il pallino del gioco.