Aurelio de Laurentiis ha deluso Ringhio Gattuso. Certo, è pur vero che il Napoli non pare più quello che dava la caccia alla grande Juve riuscendo a farle davvero paura, persino in casa sua. Però le colpe, come sempre quando si litiga, sono da spartirsi almeno in due.
Si sente un po’ di delusione. Tutti lo sono nell’ambiente. È deluso il pubblico, ché quest’anno proprio che la Juve non ingrana non può vedere il Ciuccio lassù a sognare il tricolore che manca dai tempi della buon’anima Maradona. È deluso de Laurentiis che infatti – pare – abbia trattato in segreto (più o meno) per il clamoroso ritorno di Rafa Benitez. È deluso Gennaro Gattuso che non ne può più: non di essere messo in discussione (e sarebbe il colmo per uno che si è imposto come Ringhio sui campi di tutto il mondo) ma di come ci si è comportati con lui. Sia da parte della società che dei media o, quantomeno, dei social.
La vittoria contro il Parma gli ha restituito la voglia di parlare. A Sky Sport, sul presidente:
“ Il rapporto con il presidente è sempre stato buono non posso negare che dopo gli ultimi 15-20 giorni da parte mia un po’ di delusione per tutto quello che è successo c’è. Delusione perché penso siano stati contattati altri allenatori? Credo solo che la situazione sia stata gestita male, dico solo questo. Io sono una persona corretta, tante squadre mi hanno chiamato ma non ho parlato con nessuno. Se avessi avuto percezione che la squadra non ci seguiva, era meglio andare a casa. Voglio fare il mio lavoro come so”.
E invece per quanto riguarda le critiche piovutegli addosso dall’ambiente
Qui sto prendendo schiaffi a destra e a manca tutti i giorni, sembra che siamo penultimi in classifica. Alla fine si smanetta sul web e si legge tanto, ai giocatori qualcosa in testa rimane. Io non leggo nulla perché non voglio farmi del male da solo. Io devo lavorare, poi magari perdo due partite e sono di nuovo in discussione. Però credo non si possa lavorare così. Questa tarantella è cominciata da un mese a questa parte, sento dire che sono un maleducato, che non sto bene e non posso più allenare. Magari possono dire che sono incapace, lo accetto, ma ciò che sta succedendo qua è una roba nuova. Se qualche tifoso da tastiera, visto il lockdown, inizia a scrivere non è un mio problema. Delle parole pesanti le ho però ricevute da gente che lavora da tanti anni qua, sono offese gratuite e questo non posso accettarlo”.
La verità è semplice: sollevando Carlo Ancelotti, la società ha dipinto Gattuso come il nuovo Sarri. Creando delle aspettative enormi e infondate. Non perché Ringhio non fosse all’altezza del compito ma perché se qualcosa era accaduto – l’ammutinamento all’ordine di ritiro – non era rivolto contro il tecnico di allora ma contro la società che, se ha avuto la forza di cedere Higuain alla Juve e di liberare Hamsik al momento opportuno, non ha saputo completare il lavoro di rinnovamento che era fisiologico terminasse. I problemi del Napoli sono irrisolti e non siedono in panchina.
Ma non sapeva dove e con chi si metteva?